31/05/2024 di Matteo Delre

Ecco come gli attacchi cyber colpiscono i minori usando i brand a loro cari come Lego e Disney

Sempre più minacce cyber colpiscono – o comunque sono dirette – a giovani e giovanissimi. L’allarme è arrivato qualche giorno fa, in occasione della Giornata Mondiale dei Bambini (25 e 26 maggio), quando la società di sicurezza informatica Kaspersky ha divulgato i dati di una sua dettagliata analisi concentrandosi – appunto - sulle minacce “cyber” indirizzate ai minori o più genericamente ai bambini. Stando al report della società russa, solo nel 2024 sono cresciute del 35% le iniziative sul web che usano marchi noti ai più piccoli per agganciare loro e magari pure i genitori. Un esempio noto e sempre troppo diffuso è il phishing: un messaggio apparentemente legittimo induce l’utente a fornire informazioni utili all’hacker malevolo (tecnicamente vengono chiamati “cracker”) per accedere a tutto ciò che può fruttare soldi.

Secondo Kaspersky è in preoccupante aumento la tendenza a creare email di phishing che spingono a cliccare su siti o file che contengono virus e malware, tutti con un riferimento o un oggetto riferiti a temi come Minecraft, Roblox, Lego, Disney e molti altri. Si tratta, infatti, di contenuti e giochi per cui i bambini vanno matti. Secondo le analisi di Kaspersky, basata sulle parole chiave, i tentativi di attacco sono aumentati a dismisura rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel dettaglio, da gennaio a marzo 2024 sono stati registrati quasi 1,3 milioni di attività di violazione, camuffate da argomenti popolari tra i ragazzi. Nel 2023 erano stati registrati 936.840 tentativi.

Kaspersky non ha dubbi: le minacce via computer sono maggiori rispetto a quelle rivolte specificamente ai dispositivi mobili, con un rapporto del 98,7% contro l'1,3%. I criminali provano a raccogliere dati velocemente monetizzabili (carte di credito) attraverso email concepite appositamente. Quando si tratta di cellulari, invece, l‘obiettivo rimane portare le persone a scaricare app e giochi che contengono porzioni di codice “infetto”, capaci di leggere le informazioni contenute nel dispositivo (smartphone o tablet) inviandole poi ai cracker che ne fanno l’uso che vogliono. Ovvio, una prima difesa è installare un antivirus che possa monitorare periodicamente computer e telefonini, alla ricerca di criticità e minacce. Servirebbe però anche e soprattutto qualcosa in grado di agire a monte, per essere davvero efficace.

Ecco che allora andrebbe compreso che i bambini hanno una funzione primaria in tutto questo “gioco” di inganni. Lo ha messo bene in luce anni fa Benjamin R. Barber: i minori sono la chiave di volta del meccanismo consumista contemporaneo, nel senso che essi sono coloro che spesso determinano gli indirizzi degli acquisti familiari. Inoltre uno dei mezzi di conquista dell’infanzia è proprio il web e tutte le sue ampie iniziative, tramite phishing o altre più sottili strategie, volte ad impossessarsi della psiche e delle scelte dei minori, che a loro volta determinano i consumi degli adulti.

Bene ha fatto, dunque, Kaspersky a suonare l’allarme rispetto all’utilizzo dei minori come esca per una spinta consumistica sempre più estrema, ma è indubbio che, sullo sfondo di questa aggressione all’infanzia che nasce navigando su internet, si staglia la ben nota impostazione ideologica che ha verso i nostri figli e figlie una famelica pulsione di appropriazione mentale e comportamentale.

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