Marta Evangelisti, classe 1972, professione Avvocato, è candidata alla carica di consigliere regionale dell’Emilia-Romagna per Fratelli d’Italia. E’ stata dal 1994 al 1999 Consigliere comunale a Granaglione (Bo); dal 1999 al 2004 Assessore Scuola e Cultura, Attività Produttive; dal 2004 al 2014 Vicesindaco e Assessore Scuola e Cultura, Attività Produttive; dal 2015 Consigliere città metropolitana di Bologna, riconfermata nel 2016; dal 2021 al 2022 Consigliere Comunale a Bologna; dal 2022 Presidente Gruppo assembleare Fratelli d’Italia presso la Regione Emilia Romagna.
I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?
«Sottoscrivo il Manifesto Pro Vita & Famiglia innanzitutto perché credo fermamente nei valori in esso contenuti. Il manifesto non fa altro che difendere la vita, in tutti i suoi aspetti. Come madre, come avvocato e come politico, ho sempre difeso i medesimi valori. I valori espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono fondamentali per preservare la nostra identità culturale e sociale».
In che modo, nella sua passata esperienza personale, professionale o politica, lei ha già avuto modo di spendersi concretamente per i valori e princìpi espressi nel Manifesto?
«Nella mia esperienza personale, professionale e politica ho riservato molta attenzione alle tematiche relative alla famiglia ed all’educazione dei figli. Inoltre, in politica ho sempre sostenuto e difeso le iniziative concrete a sostegno della famiglia tradizionale, intesa come nucleo fondante della società. Mi sono battuta contro l’indottrinamento gender nelle scuole. Ho promosso iniziative per migliorare la sanità locale e garantire servizi di qualità per le famiglie e per garantire il reale diritto di scelta dei cittadini».
Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se eletto o rieletto e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.
«Scelgo il punto 2 “Sostenere e rafforzare la famiglia” affermando il ruolo centrale, educativo e sociale che essa ricopre. Bisogna poter dare alle giovani coppie l’opportunità di creare una famiglia e incentivando la natalità, prevedendo asili nidi gratuiti ed un sistema di tassazione che tenga conto del numero dei componenti del nucleo familiare. Sostegni economici concreti alle famiglie con disabili a carico».
Lei ha già svolto la carica per cui si sta oggi ricandidando. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo negli ultimi cinque anni della legislatura uscente?
«In qualità di Presidente del gruppo assembleare di Fratelli d’Italia, ho presentato numerosi atti ispettivi contrastando la teoria gender, avversando i tentativi di diffondere materiale all’interno delle scuole. Ho denunciato la facilità con cui viene applicata la legge 194/78 nei consultori, in particolare se alle donne che fanno richiesta della pillola Ru486 vengono fornite tutte le informazioni e l'ascolto per favorire la nascita del figlio; ho fermamente contrastato la scelta della Regione Emilia Romagna di consentire l’assunzione della pillola Ru486 a domicilio alle donne che ne facciano richiesta».
Cosa pensa sia fondamentale fare, se verrà eletto, nei prossimi cinque anni, per dare attuazione alle politiche e ai princìpi espressi nel Manifesto?
«Continuerò il mio impegno nel promuovere politiche a sostegno della famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, come pilastro della società. Sarà mia cura sostenere progetti volti ad incentivare la natalità sostenendo agevolazioni alle giovani coppie, alle famiglie numerose ed ai nuclei familiari con disabilità. Piena applicazione della legge 194/78».
Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi in ambito locale?
«Il sistema sanitario regionale necessità di una sostanziale riforma che non contempli tagli indiscriminati ai servizi sul territorio, ma realizzi una ridistribuzione di risorse sia economiche che umane. Il sistema sanitario regionale deve rappresentare un punto di riferimento soprattutto per le famiglie e per le donne in condizioni di vulnerabilità».