05/06/2024

Elezioni Europee. Intervista a Vincenzo Sofo (FdI)

Vincenzo Sofo è candidato uscente della delegazione di Fratelli di Italia in Europa che fa parte del gruppo dei Conservatori e riformisti. Attualmente è candidato tra le fila sempre di Fratelli d’Italia nella Circoscrizione dell’Italia Nord Occidentale.

 

I temi, i valori e i princìpi espressi nel Manifesto di Pro Vita & Famiglia sono da molti considerati divisivi e “politicamente scorretti”, anche se affondano le radici nella stessa identità dell’Europa. Perché ha deciso di sottoscrivere il Manifesto e che ruolo hanno questi valori nella sua vita ed esperienza politica?

«Mi sono sempre battuto per i valori e principi espressi nel vostro Manifesto perché ho sempre creduto fermamente che l’Europa e il suo popolo rischiano di perdere se stessi combattendo e rinnegando la propria identità. Chiediamoci perché in questi anni abbiamo avuto una Europa sempre più debole? Perché ha prevalso una Europa ostaggio di agende ideologiche che non appartengono neanche alla nostra storia. Si pensi, per esempio, ai danni che sta producendo la cancel culture esportata da oltreoceano e alle tensioni che sta creando: infatti come può un individuo senza la sua storia, senza memoria confrontarsi con gli altri se è incapace di raccontare se stesso? Ho deciso di sottoscrivere il Manifesto di pro Vita & Famiglia perché proteggere e promuovere questi valori e principi fa parte del mio impegno politico odierno e futuro».

Lei ha già svolto il mandato di Parlamentare europeo, carica per cui si sta oggi ricandidando, in un contesto politico ostile ai valori e princìpi espressi nel Manifesto. Quali azioni concrete lei o il suo gruppo avete messo in campo in passato per tentare di arginare l’attuale ostilità dell’Unione Europea ai valori e princìpi espressi nel Manifesto (dichiarazioni, voti, proposte legislative, convegni ed eventi)?

«Come Conservatori e come Fratelli d’Italia ci siamo sempre opposti ad ogni tentativo di inserite nell’agenda dell’Unione Europea temi che non le appartengono e non le competono, come per esempio fare del diritto all’aborto un principio dell’UE. In questi anni ho portato avanti la battaglia contro l’utero in affitto che credo che dovremmo riconoscere come un reato universale e certamente un passo importante in questa direzione sarebbe quello di inserirlo come reato all’interno dell’Unione. Sono orgoglioso di aver contribuito a compiere un primo passo in questa direzione grazie al fatto che in veste di relatore ombra per il gruppo dei conservatori sono riuscito ha fare inserire la surrogazione di maternità tra le nuove forme di sfruttamento legate alla tratta di esseri umani. I nuovi tipi di sfruttamento saranno punibili con una pena massima di almeno cinque anni di reclusione o, in caso di reati aggravati, di almeno dieci anni di reclusione. Si tratta di un primo passo ma mi auguro di poter continuare a lavorare affinché questo sfruttamento e mercificazione del corpo della donna e dei bambini abbia fine. In questo senso in più occasioni ho presentato emendamenti per riconoscere l’utero in affitto come reato universale anche nel contesto del famigerato regolamento che vorrebbe il riconoscimento transfrontaliero dei rapporti di filiazione costringendo in questo modo gli Stati membri che non le consentissero, tra le altre cose, a legittimare pratiche come la surrogata. In quella occasione la maggioranza di centro sinistra non ci permise di poter ricevere risposte dal servizio giuridico del parlamento circa la legittimità delle disposizioni di questo testo legislativo. Per questo non possiamo arrenderci».

Scelga un punto del Manifesto sottoscritto che riterrebbe prioritario affrontare se rieletto al Parlamento Europeo e ci spieghi che cosa proporrebbe, concretamente, per dargli attuazione politica e legislativa.

«Ne dirò due il sostegno alla famiglia e alla natalità è un punto fondamentale in una Europa in profonda crisi demografica. Da una parte sarà fondamentale lavorare affinché l’UE possa finanziare politiche a sostegno della famiglia come nucleo fondante della nostra società e capaci di promuovere la natalità. Dall’altro, e qui il secondo punto a cui mi riferisco, occorre affrontare seriamente l’ideologia gender e l’agenda LGBTQIA+. È in atto un attacco alla famiglia composta da padre, madre e figli. Anche qui la mia esperienza come relatore ombra per il gruppo dei Conservatori sul parere sul regolamento sul il riconoscimento transfrontaliero dei rapporti di filiazione ha portato alla luce come dietro questa proposta della Commissione si volesse attaccare la famiglia. Durante le negoziazioni alcuni funzionari della Commissione hanno ammesso senza pudore che era più facile distruggere il concetto di famiglia con la scusa di difendere i diritti dei minori piuttosto che attaccarlo direttamente. Ora capiamo che questo non è quello di cui si può occupare l’Europa e soprattutto non si può usare il grimaldello dei diritti dei minori per promuovere iniziative che potrebbero al contrario danneggiarli. Occorre continuare a contrastare queste derive».

Oltre ai valori e princìpi espressi nel Manifesto sottoscritto, su quali specifiche sfide, misure e iniziative ritiene in assoluto più urgente concentrarsi a livello di Unione Europea?

«Un tema molto importante che in realtà toccate anche voi nel manifesto è la lotta alla pedofilia. Voi giustamente parlate del problema della digitalizzazione, della pornografia su cui ho lavorato come relatore ombra del regolamento sulla lotta alla pedofilia online. Il tema della sicurezza dei minori è importantissimo e per questo iniziative del governo Meloni come quella realizzata a Caivano ci fanno riflettere su come sia importante porre a livello Europeo il rafforzamento della lotta a questo reato gravissimo e dall’altro il sostegno a quegli Stati che sviluppano modelli virtuosi come è quello che è stato fatto in Italia».

 

 

 

 

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