07/06/2024 di Giuliano Guzzo

Elezioni Europee. Sabato e domenica si vota: ecco perché l’Europa deve cambiare

Perché l’Europa deve cambiare? Se qualcuno – ad ormai poche ore dall’apertura delle urne per le elezioni europee - di fronte a questa domanda potrà avere dubbi, chi di certo non ne deve avere sono tutte le persone pro life e pro family, che negli ultimi cinque anni hanno avuto purtroppo molteplici riscontri di derive etiche. A partire dalla condotta tenuta da Ursula Von der Leyen, la presidente uscente della Commissione Ue che vorrebbe fare il bis – e perciò ora alla ricerca di una nuova maggioranza, che speriamo non trovi, visto il suo allineamento alle rivendicazioni e richieste Lgbt.

SCOPRI I CANDIDATI PRO LIFE

Al punto che, anche recentissimamente, nelle scorse settimane, la Von der Leyen si è detta «orgogliosa di sostenere la comunità Lgbtqia, approfittando dell’occasione dell’ultima Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia per affermare il suo «impegno per un'Europa in cui tutti siano liberi di amare e vivere senza paura, dove puoi semplicemente essere te stesso». Parole che, in temi di ideologia gender e fluida dominante, hanno un sapore decisamente preoccupante sotto il profilo educativo. La stessa maltese Roberta Metsola, in realtà, che quando, nel gennaio 2022, venne eletta presidente del Parlamento Ue fu presentata come «antiabortista», con i media progressisti che presentarono la sua elezione come «una brutta notizia», ben poco ha fatto per difendere i valori.

Basti pensare che, proprio durante la presidenza Metsola – la quale, guarda caso, era stata indicata come figura affidabile da un documento redatto da Kumquat Consult per Open Society, nota organizzazione legata al magnate George Soros -, al Parlamento Ue è stata organizzata una discutibilissima mostra fotografica di Elisabeth Ohlson a sostegno dei diritti Lgbtqia+, con tanto di ripresa blasfema di diversi episodi biblici, riadattati in ambienti moderni e in chiave arcobaleno. Non solo: la presidente del Parlamento europeo, quando le si è creata l’occasione, non l’ha persa per descrivere l’Unione europea come un faro per i diritti Lgbt; al punto che, in una conversazione con gli eurodeputati Mark Angel (S&D) e Terry Reitnke (Verdi), Metsola ha affermato che occorre lavorare di più per «spingere un po' di più verso l'uguaglianza e il riconoscimento, la comprensione del desiderio delle persone di vivere nel mondo nel modo in cui vogliono vivere».

COME SI VOTA

Sarebbe però riduttivo limitarsi a questo, nel senso che il problema della deriva etica dell’Ue non sono state, negli ultimi anni, tanto e solo la Von der Leyen e la Metsola; a deludere molto, infatti, è stato anche il lavoro degli stessi eurodeputati. Abbiamo infatti visto il Parlamento europeo ora dimissionario, quello cioè dell’ultima legislatura, condannare il “no” dell'Italia alle registrazioni dei figli delle coppie gay, e votare un emendamento che «condanna fermamente la diffusione di retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtq» e nonché spingere, lo scorso aprile, per l’aborto addirittura a «valore comune» da inserire nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Cosa che – chiaramente avvenuta anche sulla spinta dell’aborto quale diritto fondamentale sostenuto e realizzato da Macron in Francia - ha suscitato sdegno e amarezza, comprensibilmente, nel pro life e nel mondo cattolico, come gli stessi vescovi europei non hanno mancato di evidenziare.

Neppure, attenzione, quando ha preso posizioni condivisibili, il Parlamento europeo ha saputo convincere fino in fondo. Basti pensare al recente aggiornamento, a gennaio, della direttiva concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani, un passaggio con cui l’Unione Europea da un lato ha intenso sì inasprire le pene per i reati di sfruttamento della maternità surrogata, di matrimonio forzato e di adozione illegale, ma, dall’altro, implicitamente – e neppure troppo implicitamente, in realtà - ha lasciato uno spiraglio a qualunque forma di maternità surrogata “solidale”, che non comporti cioè uno sfruttamento o un inganno.

SCOPRI I CANDIDATI PRO LIFE

Alla luce di quanto detto, dunque, non resta davvero che augurarsi che l’Europa politica possa cambiare presto volto. E soprattutto agenda, perché un Continente demograficamente in grossa difficoltà – e che invecchia in modo significativo - come quello europeo che, anziché scommettere sulla vita e sulla famiglia, si preoccupa di promuovere l’agenda Lgbt e di esaltare l’aborto come «valore comune», purtroppo, è un Continente che non ha futuro.

Per farlo, per cambiare davvero e una volta per tutte, Pro Vita & Famiglia non dirà ovviamente chi votare o su quale simbolo di partito apporre la propria “X”, ma ha proposto a vari candidati di firmare il proprio Manifesto Valoriale. Cosa che ha suscitato una grande risposta – oltre 50 le sottoscrizioni – e per la quale è stato creato un portale online ad hoc (cambiaeuropa.it) per visionare tutti i candidati pro life e pro family.

 

 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.