L'Aigoc, l'Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, denuncia e palesa le sue perplessità in merito alla relazione annuale al Parlamento sull'applicazione della legge 194/1978 sull'aborto volontario. Più che uno strumento per favorire la reale e corretta applicazione della legge, soprattutto nei suoi primi articoli in favore della vita nascente e della condizione della donna, sembra infatti essere una pura formalità, volta a non indagare nel dettaglio e dunque a favorire l'unica scelta possibile in questo momento per le donne italiane: quella, appunto, dell'aborto.
«Esprimiamo la nostra grande insoddisfazione - si legge nella nota (qui la versione completa) - per la Relazione ministeriale di questo anno, forse la peggiore di tutte le altre precedenti, per le seguenti osservazioni di merito»
La incompletezza dei dati: moltissimi non rilevati (N.R.) rispetto all’anno precedente in riferimento a tutte le categorie di analisi o variabili prese in esame annualmente, come riportato nella tabella 1 del nostro Comunicato Stampa in forma estesa.
Le complicazioni immediate nelle IVG farmacologiche, riportate nella Relazione ministeriale, sono incrementate del 2% nel 2019 (979 nel 2019 vs 551 nel 2018) e risultano 10 volte superiori a quelle registrate per tutte le 73.207 IVG del 2019.
Il ricorso alla procedura d’urgenza appare in notevole, costante ed inspiegabile aumento rispetto agli anni precedenti. Nel 2019 sono state applicate le procedure d’urgenza nel 23,5% delle IVG e per 6,8% il dato non è stato rilevato. In alcune Regioni italiane la percentuale è ancora più alta della media nazionale: Puglia 45.1% e 44% dato N.R., Lazio 43,3%, Piemonte 42,5%, Toscana 31,9%, Emilia Romagna 28,4%, Abruzzo 28,3%.