In un piccolo Paese come l’Irlanda, 18 milioni di dollari possono comprare un sacco di cose. Possono certamente comprare risorse umane e mediatiche per una massiccia propaganda: come già è stato fatto per il referendum sul matrimonio gay, così ora si sta facendo per l’aborto: aborto, libero, subito, gratuito e “a richiesta”, senza dover addurre motivazione alcuna.
Associazioni come Amnesty, come il Consiglio Irlandese per le Libertà Civili, hanno trovato improvvisamente i soldi per questa massiccia propaganda.
Da ultimo, persino un autobus carico di pillole per abortire va in giro per il Paese a distribuire morte (pare, però, che a parte i giornalisti pomposi e osannanti, le donne irlandesi se ne stiano al quanto alla larga, per loro fortuna).
Grazie a The Life Institute possiamo vedere chi è che finanzia iniziative di questo tipo.
Gran parte del denaro è venuta da Chuck Feeney, un miliardario americano che ha fatto una enorme fortuna personale in negozi duty-free, e la cui generosità è veicolata da una fondazione denominata Atlantic Philanthropies (filantropia che ha il coraggio di definirsi interessata alla “salute” dei bambini e che – ovviamente – promuove i diritti LGBT. Sarà una coincidenza: la propaganda pro aborto va sempre a braccetto con la propaganda omosessualista...)
Il Consiglio Irlandese per le Libertà Civili era una piccola organizzazione, con un budget di meno di 9.000 € l’anno, ma con 11,3 milioni di dollari di Feeney si è trasformata in una grande macchina da guerra. Ha dato poi 5,100.000 dollari ad Amnesty Irlanda (che fino a qualche anno fa aveva una posizione neutrale sull’aborto) e, op-là, si lanciano spot falsi e menzogneri (come questo di cui parla Tempi), ma molto costosi. E ormai uccidere i bambini è diventato un “diritto umano”.
Altri 1.100.000 dollari sono andati al National Women’s Council of Ireland, che svolge attività lobbistica di pressione sui politici e che vigliaccamente attaccano le donne che testimoniano pubblicamente e con dolore il loro rammarico e rimorso per aver abortito.
“Solo” 236.850 dollari, invce, sono andati alla Family Planning Association, nell’Irlanda del Nord. La FPA è creatura irlandese della famosa Planned Parenthood Federation (quella che vende i corpi dei bambini abortiti).
Ma Feeney non è l’unico capitalista che finanzia gli abortisti irlandesi.
George Soros, ha dato 100 milioni di Euro alla Human Rights Watch (HRW), nel 2010. In quello stesso anno – guarda caso – la HRW ha cominciato ad annoverare l’aborto tra i diritti umani che vorrebbe “sorvegliare” e ha chiesto gesti concreti in favore della depenalizzazione dell’aborto in Irlanda.
Poi c’è il Centro per i diritti riproduttivi, che ha avuto il contributo di 25 milioni di Euro nel solo 2014, da gente del calibro di Bill Gates e dalla Fondazione Ford.
Grazie a questa associazione, con avvocati profumatamente pagati, presso la Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, a Ginevra, hanno accusato l’Irlanda di ‘tortura’.
Ormai i media irlandesi sono praticamente tutti comprati e promuovono la causa abortista.
Cosa può il movimento pro-vita irlandese, un minuscolo Davide contro il Golia della situazione?
Risponde Niamh Ui Bhriain di The life Institute: i pro-life irlandesi hanno già cominciato una campagna capillare che mira a coinvolgere personalmente ogni elettore del paese – in tutto sono 3 milioni e 200 mila – in un colloquio faccia a faccia.
Diciotto milioni di dollari possono comprare molto. Ma non compreranno il coraggio e la determinazione di migliaia di attivisti pro-life che credono, con passione, che per il bene delle donne e dei bambini si può far ben altro che proporre la legalizzazione dell’aborto: il desiderio di fornire una risposta più compassionevole dell’aborto è qualcosa che i soldi non possono comprare.
Redazione
Fonte: LifeNews.
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI