L’aborto continuerà ad essere vietato nella Repubblica Dominicana.
Una sentenza del Tribunale Costituzionale dello Stato caraibico ha cassato la legge voluta dal presidente Danilo Medina perché in contrasto con la Costituzione.
Secondo quanto riporta LifeSiteNews, la Suprema Corte dominicana ha ribadito che l’art. 37 della Carta fondamentale tutela il diritto alla vita sin dal concepimento, rispondendo così positivamente ai dubbi di costituzionalità della nuova normativa sollevati da alcune Ong pro-life e pro-family.
La legge, voluta e firmata dal presidente e che sarebbe entrata in vigore il prossimo 27 dicembre, era parte di un più ampio quadro di revisione dell’attuale Codice penale e introduceva l’aborto nei casi di stupro, incesto e di gravi malattie e disabilità del bambino, “incompatibili con la vita”.
Le organizzazioni che hanno sollevato il problema della legittimità costituzionale, hanno anche evidenziato le irregolarità nel processo utilizzato per far approvare la legge. La Costituzione della Repubblica Dominicana, infatti, richiede che prima della firma del Capo dello Stato la norma debba essere esaminata e approvata da entrambe le Camere. In questo caso, invece, ciò non è avvenuto.
Si ha così tanta fretta di legalizzare l’aborto laddove ancora è vietato? Evidentemente sì.
Eppure secondo alcuni sondaggi, l’82% dei cittadini dominicani si dice contro l’interruzione di gravidanza in circostanze normali e – a margine – ben il 77% si oppone al cosiddetto matrimonio omosessuale, segno che nel Paese v’è ancora molto buon senso.
Nei mesi scorsi, la Conferenza episcopale locale è intervenuta nel dibattito pubblico, anche con manifestazioni di piazza, per ribadire l’inviolabilità del diritto alla vita.
Questa storica vittoria contro l’aborto arriva nel bel mezzo di una potente e penetrante campagna internazionale che chiede all’America Latina di “modernizzarsi” in tema di “diritti e salute sessuale e riproduttiva” delle donne. A guidare e coordinare gli sforzi in tal senso è proprio il Centro per i diritti riproduttivi (CRR), con sede a New York.
Il CRR ha infatti chiesto alla Repubblica Dominicana di legalizzare l’aborto. Al momento, però, la gente e la Corte suprema del Paese caraibico sembrano non volerne sapere.
Federico Catani