Uno studio, pubblicato sulle riviste Circulation Research e New Scientist, dimostra che il feto dona le sue cellule staminali per guarire il cuore e gli altri organi della madre. Pro Vita & Famiglia e le parrocchie ortodosse "San Basilio il Grande" di Bologna e "Protezione della Madre di Dio" di Ravenna hanno diffuso un manifesto nelle due città - scritto in italiano, inglese, rumeno, ucraino e russo - per sottolineare questa verità scientifica.
«La gravidanza», sostiene Simone Ortolani, referente dei circoli territoriali di Pro Vita & Famiglia per l'Emilia-Romagna, «non è una malattia per la donna, né un incidente. L'oscurantismo delle ideologie di morte, proprie di un certo estremismo del femminismo più radicale, si scontra anche con i dati di realtà scientifiche. Il concepito è già vita e ha una dignità di piccolo essere umano da accogliere e da accudire e si pone in una relazione d'amore profonda ed intima con la madre sin nel grembo. Le donne, soprattutto le ragazze, devono essere ulteriormente informate sulle gravi conseguenze, sul piano fisico e psicologico, che l'aborto comporta. Devono essere ulteriormente messe al corrente, senza alcuna superficialità, anche sui rischi e sui possibili effetti collaterali provocati dall'assunzione della RU486, ampiamente documentati dalla stessa letteratura scientifica».
«La Chiesa ortodossa e la Chiesa Cattolica Romana pur non essendo in comunione eucaristica possono e devono collaborare insieme per la difesa dei valori cristiani: la famiglia tradizionale, le radici cristiane dell'Europa e primo fra tutti il diritto alla vita dal primo istante del concepimento alla fine naturale», afferma il parroco, lo ieromonaco Serafim Valeriani. «In quest'ottica le parrocchie ortodosse di Bologna e Ravenna appartenenti alla giurisdizione del patriarcato di Mosca hanno collaborato volentieri con Pro Vita & Famiglia a campagne di sensibilizzazione sull'argomento. In ultimo con questa campagna sui benefici della gravidanza per le donne perché è una campagna propositiva. Il manifesto è stato tradotto anche in ucraino, russo e romeno per arrivare al maggior numero di donne possibile e far comprendere a tutti il grande valore della vita umana. Spero ci saranno altre possibilità di collaborazione in futuro».