Roma, 7 giugno 2022
«Ce lo aspettavamo, ma rimaniamo comunque sorpresi di quanto possano essere intolleranti e violenti abortisti e femministe, arrivati al punto tale da strappare e vandalizzare, dopo solo un giorno di affissioni, anche i manifesti della nostra ultima campagna inneggianti una storica frase di Pier Paolo Pasolini sull’aborto, che sicuramente non aveva né preconcetti ideologici né era mosso da convinzioni religiose per affermare di essere “traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto”, che egli stesso considerava “come molti, una legalizzazione dell’omicidio”. Questo ennesimo atto di vandalismo conferma la chiara volontà di zittire e censurare chiunque la pensi diversamente dal pensiero unico dominante abortista, perché ogni opinione contraria, che sia anche di un intellettuale progressista come Pasolini, rappresenta una minaccia per l’industria dell’aborto che propone alle donne la grande bugia che esso sia l’unica soluzione, soprattutto quando si deve affrontare una gravidanza difficile o indesiderata», così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.