Un confronto aperto, per approfondire da punti di vista diversi le conseguenze della denatalità e dell’invecchiamento della popolazione. Adnkronos ha lancia ieri “Demografica”, un nuovo progetto editoriale che ha l’obiettivo di mettere la produzione giornalistica al servizio di un dibattito che tenga insieme gli aspetti politici, sanitari, sociali ed economici del tema. L’iniziativa è stata presentata martedì 27 giugno al Palazzo dell’Informazione a Roma con un incontro dal titolo “Demografica. Popolazione, persone, natalità: noi domani”.
Molti i panel e gli argomenti. La prima sessione ha trattato “Number, tendenze e previsioni”, mentre il secondo e il quarto panel si sono focalizzati rispettivamente su “Natalità: una questione di salute pubblica” e “Gli strumenti, parità di genere e welfare aziendale”. Di particolare interesse la terza sessione, che ha trattato di “Politiche per la famiglia, un approcci di sistema”.
Ad intervenire sulle politiche familiari Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze; Simona Baldassarre, assessore cultura, pari opportunità e politiche giovanili e della famiglia della Regione Lazio; Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità e Veronica Nicotra, segretario generale ANCI. A moderare, la giornalista Luana Cimino.
«Come Governo, nella legge delega abbiamo messo una serie di disposizioni dove diciamo che bisogna favorire la natalità e tener conto della composizione del nucleo famigliare. Nei tavoli tecnici per la riforma fiscale coinvolgeremo le realtà sociali del settore famigliare. Nella legge di bilancio abbiamo avuto cura di elevare l’assegno unico universale e fare una serie di altri interventi per le famiglie» ha sottolineato il viceministro Leo. «Nella sostanza siamo d'accordo - ha aggiunto - con l'introduzione del quoziente familiare ma 'l'unico aspetto su cui bisogna centrare attenzione è il profilo giuridico sottostante. Dobbiamo tendere a costruire la cosa in modo da non prestare il fianco alla pronuncia della corte Costituzionale».
«Il problema della natalità dovrebbe essere affrontato a livello di sistema Europa, perché il vecchio continente sta soffrendo molto rispetto al resto del mondo. Stiamo portando avanti iniziative per favorire la famiglia e una maggiore natalità, come il fondo per le politiche familiari e il sostegno al pagamento dei canoni per i genitori separati: iniziative che vanno ad agevolare la famiglia, la natalità, per mettere le donne in condizione di svolgere il ruolo di moglie, mamma e lavoratrice» ha invece spiegato, in video collegamento da Milano, il governatore della Lombardia Fontana. «Altre iniziative sono in programma - ha proseguito - come la legge sui giovani, dare più stimoli e incentivi, per favorire il lavoro, l’impegno, la formazione, per dare entusiasmo a una parte di popolazione che si sente abbandonata».
«L’incontro di oggi - ha spiegato l’assessore Simona Baldassarre - ci ha permesso di tenere alta l’attenzione sull’inverno demografico che colpisce il nostro Paese. L’Italia è un Paese sempre più anziano e la Regione Lazio si impegnerà per contrastare questo fenomeno. Abbiamo indetto un tavolo per le politiche della natalità dove saranno coinvolte le istituzioni e non solo per fare rete. Dobbiamo lavorare per le donne, facendo convivere lavoro e famiglia, e per i giovani per non farli andare via». A lanciare l’allarme su dati e statistiche è stato Gianluigi De Palo: «Negli ultimi 40 anni - ha affermato - siamo in grande ritardo, parliamo di questi temi sottovalutandoli. Quello che mi preoccupa è che c’è bisogno di una cura determinante, di qualcosa che rimetta in moto il meccanismo. Siamo in una fase da terremoto, le fondamenta sono compromesse e le crepe tra poco porteranno al crollo, a meno che non si raggiunga quota 500mila nuovi nati entro il 2035 perché non crolli il sistema». Infine Veronica Nicotra (ANCI) ha rimarcato la necessità di introdurre misure strutturali grazie alla delega fiscale poiché le progettualità sussidiarie e di sostegno ad opera dei Comuni non hanno fondi stabili e non possono garantire servizi robusti.