«Dopo la nostra denuncia sui corsi gender obbligatori per insegnanti di asili nido e scuola dell’infanzia, promossi dall’associazione arcobaleno “Scosse”, impegnata da anni in progetti gender, anche i sindacati si sono schierati contro l’amministrazione Gualtieri e la sua evidente deriva Lgbtqia+. Persino Uil e Cisl, infatti, hanno denunciato come sia vergognoso “l’obbligo delle docenti a una formazione obbligatoria per discutere con i bambini d'identità di genere e gender” e hanno sottolineato come si tratti di “elementi estremamente complessi il cui impatto tocca la sensibilità, la cultura e l'elemento psicologico delle insegnanti e delle educatrici, nonché ovviamente il percorso di crescita della piccola utenza". Insomma, anche i diretti interessati sono stanchi di questo martellamento Gender da parte del Comune. Trovo particolarmente vergogno che l'assessore Pratelli difenda questi corsi nascondendosi dietro l'encomiabile obiettivo di educare al rispetto di tutti e contrastare la violenza contro le donne per promuoverne la libertà, quando le ideologie che propinano nei corsi affondano le radici in una cultura che vorrebbe cancellare le donne stesse, se non ipersessualizzarle, o affittarle a chi pretende figli. Ricordiamo infatti che il corso “De-costruire gli stereotipi di genere” invita i docenti a parlare di sesso assegnato alla nascita, a convincere i bambini a giocare con giochi che non preferiscono, o a non vergognarsi del proprio corpo nudo, fino a far leggere libri di favole che sponsorizzano pratiche come l’utero in affitto, o a mostrare favole in cui un bambino non caratterizzato né come maschio né come femmina cresce con “due papà”. Non capisco come un’ideologia che cancella le donne a favore delle "persone con il mestruo” o “che partoriscono" e che spinge i minori alla confusione fino a convincerli di essere nati in un corpo sbagliato possa portare beneficio contro la violenza. Lasciate esprimere ai bambini la loro mascolinità e femminilità come desiderano senza sentire il bisogno di intervenire. Gualtieri tenga fuori dalle scuole le istanze ideologiche di una sinistra sempre più scollata dalla realtà: ritiri la circolare, riveda i corsi di formazione di Roma Capitale e lasci in pace figli, genitori ed educatori: fuori il gender dalle scuole!». Così Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus.