Si è concluso ieri il ciclo di conferenze pubbliche a difesa della famiglia naturale tenute in giro per l’Italia dal presidente della nostra ProVita onlus, Toni Brandi, e dall’ambasciatore all’Onu del Congresso Mondiale delle Famiglie, Alexey Komov.
Nei giorni in cui il Senato sta discutendo e votando il funesto ddl Cirinnà, vero abominio giuridico che introduce il “matrimonio” gay nel nostro ordinamento con annesse adozioni per le coppie omosessuali e legittimazione dell’utero in affitto, Brandi e Komov hanno viaggiato in diverse città per ricordare all’opinione pubblica che la famiglia è solo e soltanto una: quella fondata sul matrimonio di un uomo con una donna.
Come annunciato, il tour pro-family è iniziato l’11 febbraio a Correggio ed ha fatto poi tappa a Borgotrebbia (PC), Schio (vedi anche qui), Merano, Trento, Massa, Livorno e si è concluso il 16 febbraio a Roma.
La conferenza che doveva tenersi a Torino è saltata perché l’ambasciatore è stato chiamato in Vaticano per una diretta televisiva in cui ha commentato lo storico incontro tra Papa Francesco e il Patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill (vedi anche qui).
Nei suoi interventi, Alexey Komov ha parlato della rinascita spirituale della Russia, in completa controtendenza rispetto a quanto avviene nei decadenti Paesi occidentali, totalmente sottomessi all’agenda delle lobby Lgbt. Basti pensare che il governo di Mosca dona alle famiglie 10.000 dollari in rubli per la nascita del secondo figlio ed alcuni appezzamenti di terra per il terzo. L’ambasciatore ha fornito anche alcuni dati assai interessanti sul rapporto che i giovani hanno con i media. Negli USA, ad esempio, fino a 17 anni i giovani spendono circa 65.000 ore sui vari media, ovvero 6 volte il tempo passato a scuola (11.000 ore), 32 volte il tempo trascorso coi genitori (2.000 ore) e 60 volte quello nei luoghi di culto (800 ore). Questo non può non influire sulla loro mentalità.
Komov ha denunciato il controllo della nostra società da parte dei mezzi di comunicazione (controllati da lobby ben precise) e dei poteri finanziari ed il pericolo dell’avanzata, sempre più netta, del transumanesimo, con cui si vuole manipolare la natura stessa dell’uomo opponendosi a quella che è la realtà, con un fare prometeico.
Brandi ha parlato del business nascosto dietro le politiche omosessualiste imposte dall’agenda delle lobby LGBT e sostenute dai grandi poteri finanziari. Ha messo poi l’accento sul pericolo delle teorie gender, ormai entrate nelle nostre scuole e sui problemi posti dal ddl Cirinnà.
Ha ricordato pure l’instancabile attività che quotidianamente svolge ProVita a difesa della famiglia, dei diritti dei bambini e della vita, come accaduto con le nostre due ultime conferenze stampa al Senato, dedicate alle tragedie della maternità surrogata e del commercio di ovociti.
Brandi ha insistito sul business delle industrie della procreazione artificiale, del cambiamento di sesso, degli uteri in affitto e della compravendita di ovociti. Del resto, la stessa educazione sessuale (o, meglio, la sessualizzazione precoce dei nostri bambini) costituisce un’ingente fonte di guadagno per le industrie farmaceutiche, del porno e del condom.
Non dimentichiamo infatti che l’economista Paul Donovan ha ammesso che i “matrimoni” gay sono una priorità per la finanza internazionale. E la rivista Forbes ha scritto che il mercato mondiale LGBT si aggira attorno ai 3.000 miliardi di dollari.
Non bisogna avere alcuna fiducia in chi parla di “diritti” e di battaglie di “civiltà”. Dietro i fautori di matrimoni e adozioni gay non v’è alcuna pietà ed alcun nobile intento, ma solo ideologia mortifera e profitto.
Redazione