Oltre 400 persone hanno partecipato ieri sera, nell’Auditorium Capretti, alla tappa bresciana del tour di “Ingannata, perché nessuno nasce nel corpo sbagliato”, promosso dall’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus per denunciare il sistema che spinge migliaia di adolescenti a credersi nati nel corpo sbagliato iniziando percorsi di transizione per “cambiare sesso” con terapie ormonali e interventi chirurgici.
All’esterno dell’Auditorium si sono radunati una decina di attivisti del movimento Trans per protestare contro lo svolgimento dell’evento, mentre scritte volgari contro Pro Vita & Famiglia sono apparse in giornata sui muri nei pressi dell’Auditorium: “Fuori Pro Vita dalle nostre mutande”, “Froc* sempre, Pro Vita mai”.
Protagonista del convegno, come nelle precedenti tappe a Roma, Catania e Palermo e nelle prossime a Firenze, Rimini e Assisi, Luka Hein, 22enne americana giunta in Italia dal Nebraska per raccontare la sua esperienza di “detransitioner”. Dopo una grave crisi familiare ed esperienze di adescamento online, a 14 anni Luka inizia a rifiutare la propria identità femminile e a desiderare di “diventare maschio”.
«Sono stata ingannata dalla comunità Lgbtqia+ - ha raccontato Luka ieri a Brescia - che ai miei disagi da adolescente e alle mie paure ha risposto con la semplice soluzione del cambio di sesso, fomentandomi con una marea di contenuti ideologici sui social network e tramite insegnant e medicii che si sono comportati da veri e propri attivisti politici. L’approccio “affermativo” mi ha spinto ad assumere farmaci e alla rimozione totale del seno a soli 16 anni, mentre dicevano ai miei genitori che se non l’avessi fatto mi sarei suicidata. Tutto ciò è capitato a me ma succede quotidianamente a migliaia di giovani, vittime dell’approccio affermativo».
“Con questa campagna abbiamo voluto portare in Italia la voce dei ragazzi ingannati dall’ideologia gender sulla loro identità sessuale - afferma Matteo Fraioli, Direttore delle Campagne di Pro Vita & Famiglia Onlus - perché anche in Italia è in drammatico aumento il numero di adolescenti convinti di essere ‘nati nel corpo sbagliato’ che chiede di ‘cambiare sesso’ con farmaci ormonali e interventi chirurgici. Vogliamo raggiungere questi ragazzi e i loro genitori prima che sia troppo tardi”.
Al convegno, moderato dalla scrittrice e giornalista della rivista Il Timone Raffaella Frullone, ha preso parte anche il professor Massimo Gandolfini, neurochirurgo e presidente del Family Day, che ha ricordato come “la scienza smentisca categoricamente qualsiasi possibilità di cambiare sesso, dato che ogni singola cellula umana è indelebilmente sessuata in senso maschile o femminile”. Presenti anche l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Paolo Inselvini e i Consiglieri comunali di FdI Paolo Rolfi e Carlo Andreoli.