Secondo il portale del ministero della Salute il carcinoma mammario è il tumore femminile più frequente (il 30% di tutti i tumori) e pare che nel 2023 ne siano stati diagnosticati più di 55.000 nuovi casi. Da un lato le malate aumentano dello 0,2% ogni anno, ma dall'altro da almeno 20 anni diminuisce costantemente la mortalità connessa a questa patologia -0,8% l'anno), grazie ai progressi terapeutici e alle diagnosi precoci. Ovvio che sia fondamentale la prevenzione, quindi, ben venga la giornata mondiale del 12 ottobre, anzi, il mese di ottobre interamente dedicato.
Tra i fattori di rischio che possono favorire la malattia, oltre a ciò che predispone ai tumori in genere (il fumo, l’abuso di alcol, l’obesità), si segnala l’ereditarietà, la predisposizione genetica, le terapie ormonali, l’esposizione a radiazioni, l’età.
Nessuno parla dell’aborto indotto come possibile causa di cancro al seno (link ABC, Abortion Breast Cancer). Anzi qualcuno che si autoproclama fact checker sostiene che noi siamo propalatori di fake news.
Da parte nostra, poiché siamo ormai abituati all’ideologia che prevale sulla scienza e sul bene comune, e poiché ci teniamo sinceramente alla salute delle donne, abbiamo ritenuto di esporre quali sono le evidenze del nesso di causalità tra aborto e cancro al seno e inoltre pubblichiamo sulla Rivista di ottobre la risposta che abbiamo inviato ai suddetti fact checkers.
Ci chiediamo però: come si può fare prevenzione senza un’informazione completa, veritiera e corretta?
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