“È grave che Mediaset veicoli messaggi ideologici a senso unico sulla somministrazione di farmaci per bloccare lo sviluppo della pubertà come la Triptorelina in minori affetti da presunta disforia di genere, considerato il vasto pubblico giovanile che segue i suoi programmi e che senza una completa e imparziale informazione scientifica potrebbe essere vittima di emulazione e contagio sociale”.
Lo dichiara Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando il servizio trasmesso ieri sera su Italia Uno durante il programma Le Iene, in cui è stato intervistato un gruppo di bambini e adolescenti in cura presso il centro per la disforia di genere dell’Ospedale Careggi di Firenze che stanno assumendo la Triptorelina per assomigliare a individui di sesso opposto.
“Il servizio delle Iene - continua Coghe - si è limitato a mettere in risalto l’euforia dei giovanissimi pazienti e delle loro famiglie per gli effetti della Triptorelina a livello anatomico, senza citare e approfondire i sempre più numerosi studi e le ricerche scientifiche che stanno portando i sistemi sanitari di tutto il mondo, da ultima l’Inghilterra, a interrompere l’utilizzo di Triptorelina sui minori per la mancanza di evidenze valide sui potenziali rischi e danni per la salute”.
Una recente ispezione al Careggi del Ministero della Salute ha riscontrato gravi irregolarità proprio nel trattamento della presunta disforia di genere in bambini e adolescenti: non si svolgerebbero i dovuti approfondimenti psichiatrici per indagare le cause del disagio prima di somministrare la Triptorelina, come imposto da una determina dell’AIFA del 2019, non si trasmetterebbero all’AIFA stessa i dati di monitoraggio clinico sulla Triptorelina e ci sarebbero ulteriori criticità, anche di carattere organizzativo, circa il ruolo della neuropsichiatria infantile nella presa in carico del minore”.
“Se un minore incerto sulla propria identità sessuale si fosse sintonizzato su Italia Uno durante la trasmissione di quel servizio - sostiene il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus - avrebbe ricevuto l’impressione di un miracoloso ‘farmaco della felicità’ ostracizzato per ragioni ideologiche da ‘forze di destra e cattoliche’, come falsamente affermato dal padre di un paziente, mentre sono le principali e più autorevoli autorità medico-scientifiche a invocare prudenza e maggiori ricerche sulla Triptorelina”.
“Per questi motivi - conclude Coghe - chiediamo a Mediaset di trattare con maggior rigore scientifico e imparzialità emotiva nei suoi programmi argomenti che possono avere un impatto potenzialmente devastante sulla vita, sulla salute e sull’equilibrio psichico di migliaia di bambini e adolescenti telespettatori”.