«La censura politica e ideologica del Comune di Roma si abbatte sui nostri manifesti, con la richiesta di rimozione delle affissioni contro l’utero in affitto, con il messaggio “I Figli non si comprano. Utero in affitto reato universale” e l’immagine di un bambino in un barattolo. Al contrario di quanto vorrebbe far credere la richiesta, i nostri manifesti sono pienamente legittimi e non contengono nessun messaggio né violento né sessista né che rappresenta la mercificazione del corpo femminile o dei bambini. Semmai è il contrario, sono una chiara denuncia proprio della mercificazione delle donne e dei bambini che avviene con la barbara pratica dell’utero in affitto, illegale in Italia. Veniamo censurati e attaccati perché difendiamo la legge. Le motivazioni della richiesta sono quindi inconsistenti e privi di fondamento giuridico, come lo erano, qualche giorno fa, i vergognosi attacchi che ci sono arrivati sempre per queste affissioni, da parte della Presidente della Commissione Pari Opportunità Michela Cicculli. O forse l’amministrazione Gualtieri ci sta dicendo che è a favore dell’utero in affitto? Ciò non ci stupirebbe, vista anche la presenza di Gualtieri all’assemblea dei sindaci arcobaleno a Torino, i quali hanno inneggiato alle trascrizioni anagrafiche per “figli” di coppie gay. Trascrizioni che, lo ricordiamo, spalancano le porte proprio all’utero in affitto. Il Comune se ne faccia una ragione: la censura politica non ci fermerà. Proseguiremo con questa e simili campagne in favore delle donne, dei bambini e delle famiglie». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
15/05/2023 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia
Comune di Roma censura i nostri manifesti contro l'utero in affitto
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