23/07/2024 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia

Cambio sesso. Consulta nega riconoscimento giuridico di un terzo genere “non binario”. Brandi: Corte conferma illegittimità carriera alias nelle scuole

Pro Vita & Famiglia esprime soddisfazione per la sentenza con cui oggi la Corte Costituzionale ha negato la possibilità di riconoscere nei Tribunali una presunta terza identità sessuale “non binaria”, cioè né maschile né femminile, nel caso di una rettifica giudiziaria di attribuzione di sesso.

La Corte Costituzionale ricorda, giustamente, che la natura binaria della sessualità umana (uomo-donna) caratterizza i più disparati ambiti del vivere sociale disciplinati dall'ordinamento giuridico, come il diritto di famiglia, del lavoro, dello sport e dello stato civile, e che quindi il riconoscimento per via giudiziaria di un presunto terzo genere “non binario” sconvolgerebbe l’intero sistema giuridico e sociale italiano in modo tanto pervasivo da non essere compatibile con i poteri e le attribuzioni della Corte Costituzionale né di qualsiasi giudice. 

La Consulta cita il fenomeno della “carriera alias” nelle scuole come un esempio di questione sociale legata al tema dell’identità di genere “non binaria”, ribadendo però che la legge italiana “stabilisce il principio della corrispondenza tra nome e sesso” e che, pertanto, solo un intervento legislativo potrebbe superare o cambiare questa regola.

“In tal senso - afferma Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus - la Corte conferma i nostri ripetuti allarmi circa l’illegittimità della “carriera alias” adottata da sempre più scuole, dal momento che, consentendo a un alunno di scegliere un nome diverso da quello anagrafico riconducibile al sesso opposto al proprio, per di più senza nemmeno bisogno di una diagnosi clinica di disforia di genere, la “carriera alias” opera proprio quella dissociazione tra nome e sesso che la Corte Costituzionale nega possa essere consentita senza un intervento legislativo. È quanto mai urgente che il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, intervenga per bloccare la diffusione di questo pericoloso fenomeno, che sta rafforzando in migliaia di minori l’assurda convinzione di essere “nati nel corpo sbagliato” indirizzandoli verso percorsi di transizione sociale, e poi sessuale lesivi e dannosi per la loro salute psicofisica”.

 

 

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