«Oramai è palese l’ostinazione dei giudici inglesi, dettata da un’ideologia eutanasica, nel voler procedere al distacco dei supporti vitali della piccola Indi Gregory. Per l’ennesima volta è stata rifiutata qualsiasi strada alternativa e il ricorso presentato per dare giurisdizione al giudice italiano. La soppressione di una vita non può essere mai la risposta alla malattia, la via da perseguire resta l’accompagnamento. Nonostante le speranze sembrino ormai vane confidiamo nel lavoro dei legali della famiglia Gregory che hanno annunciato “altri percorsi”». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.
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