L’inserimento da parte del Parlamento Europeo dello sfruttamento di donne a fini di utero in affitto tra i crimini relativi alla tratta di esseri umani è un importante affermazione di principio, ma la prossima Eurocamera dovrà avere il coraggio di condannare l’utero in affitto in quanto tale e a prescindere dall’eventuale costrizione della donna coinvolta. La maternità surrogata, infatti, è sempre una pratica commerciale disumana, che strumentalizza il corpo delle donne e trasforma i bambini in beni di consumo. Anche quando la donna fosse libera il bambino commissionato sarebbe sempre comunque la vittima di una vera e propria tratta di essere umani. Dopo questo passo avanti dell’Unione Europea è ancora più urgente l’approvazione in Senato del disegno di legge Varchi per rendere l’utero in affitto un reato universale dopo l’approvazione alla Camera dello scorso luglio.
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, sul voto del Parlamento Europeo a Strasburgo che, con 563 voti a favore, 7 contrari e 17 astensioni, ha modificato la direttiva 2011/36/UE inserendo lo sfruttamento della maternità surrogata tra i crimini relativi alla tratta di esseri umani.