«E’ giusto e sacrosanto combattere discriminazioni e disuguaglianze, ma la scuola, soprattutto nei confronti dei più piccoli, non deve eliminare la naturale diversità tra maschile e femminile e le attitudini di bambini e bambine, che sono una ricchezza per la società. La scuola non deve mai aprire le porte a progetti che possono confondere i bambini e nel caso di istituti di ispirazione cattolica o gestiti da ordini religiosi dovrebbero sempre conformarsi e rispettare la linea indicata dalla Chiesa e da Papa Francesco, che in più occasioni ha messo in guardia dal pericolo che l’ideologia gender possa infiltrarsi anche tramite progetti apparentemente innocui. Nel caso della scuola Nido San Girolamo di Rapallo, in provincia di Genova, ci chiediamo cosa sia stato detto o raccontato ai bambini, soprattutto da una psicologa citata dagli organi di stampa, se poi i minori hanno detto e prodotto disegni con cowboy con il tacco o affermato che la gonna sarebbe un indumento per tutti. Uomini e donne, ovviamente, hanno pari dignità e possono e devono svolgere o aspirare a qualsiasi lavoro, ma questo non deve scadere nell’appiattimento delle sane differenze tra maschi e femmine».
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, in merito al progetto sulla parità di genere svolto nell’Istituto paritario San Girolamo di Rapallo, gestito da un ordine di suore, pur con insegnanti laici, e promosso dall’associazione Soroptimist Club, realtà di donne impegnate in arti e professioni.