Siamo alla fine dell’anno: tra pochi giorni gli Istituti di statistica ci daranno le anticipazioni sull’andamento della demografia in Italia ed in Europa.
Andamento che resta tragico, come quello degli anni precedenti: nel 2014 si era raggiunto il minimo storico di nati, picco rivisto al ribasso nel 2015: anno che ha visto il numero minimo di nascite dall’unità d’Italia.
La situazione è stata ben riassunta in questo sintetico articolo della RAI del 15 maggio 2016: “L’Italia e il crollo delle nascite: 150 mila abitanti in meno”:
I numeri sono eloquenti: solo 488 mila nati, 8 ogni mille abitanti, oltre 50 mila morti in più.
Già, perché, nel frattempo nel 2015 si è visto un aumento inspiegabile della mortalità come denunciato dall’autorevole sito NEODEMOS: “Abbiamo avuto 150 mila invitati in meno al banchetto di Capodanno?” del 12 gennaio.
Dati simili a quelli della I e della II guerra mondiale. Dati in parte dovuti, direttamente o indirettamente ad aspetti economici (povertà sanitaria: la gente spende meno per curarsi, tagli nei settori sanitari, ecc. suicidi di persone rovinate: non a caso la legge 3 del 2012 sul sovra indebitamento è chiamata legge “salva suicidi” …) . Ma la la crisi non spiega tutto.
Bisogna anche guardare all’evoluzione della società: già negli anni ‘30 del XX secolo filosofi come Gustave Thibon ammonivano sui deleteri impatti della nascente società moderna industriale ed altamente burocratizzata sui valori cristiani e sul destino antropico in genere.
Altri Paesi simili al nostro, in Europa e nel mondo sono messi male, ma l’Italia è la peggiore, in un continente già malato come l’Europa. Rivaleggiamo per l’ultimo posto nel pianeta con il Giappone .
Che le politiche sull’aborto, sui matrimoni omosessuali, sulla pubblicità LGTB, politiche accompagnate da un’assenza, quando va bene, di interventi a favore della famiglia abbiano un loro ruolo?
In Russia e in Germania (altro Paese con bassa natalità) stanno facendo parecchio per favorire le nascite. Al contrario dell’Italia, dove sembra che gli italiani siano “indesiderati” …
E allora? È così difficile dire che il crollo delle nascite è legato anche alla perdita dei valori naturali e di quelli cristiani nella società? E’ così difficile dire che avere slegato il sesso dalla riproduzione in un mondo sempre più egoista e auto–referenziale avrebbe condotto a questi risultati? I diritti sessuali e riproduttivi, il sesso senza amore, solo per gioco, e la neolingua che l’accompagna, ha portato a un cambiamento della mentalità. Come notava George Orwell in “1984”cambiare il linguaggio induce anche dei cambiamenti nel pensiero.
Nessuno nega che ci sia chi considera la sessualità separata dai rapporti procreativi; ma è anche vero che non ci può essere riproduzione se non per via sessuale. Non si mette in dubbio che ci siano e che ci siano sempre stati rapporti omosessuali, ma la naturalità della coppia è quella composta da un uomo e una donna. Per un motivo banale: solo una coppia di persone di sesso diverso può generare. Con buon pace delle teorie ( o ideologie?) del gender.
Augusto Truzzi