Accogliamo con favore la costituzione della commissione voluta dai Ministri della Salute e della Famiglia, Orazio Schillaci e Eugenia Roccella, per revisionare le linee guida sul trattamento della disforia di genere sui minori, con particolare riferimento alla somministrazione della Triptorelina per bloccare il loro sviluppo puberale. Auspichiamo che gli esperti coinvolti possano presto produrre nuove indicazioni improntate ad assoluta scientificità e prudenza, respingendo il dannoso e ideologico “approccio affermativo” e mettendo fine a una enorme sperimentazione di massa sulla pelle di bambini e adolescenti fondata sulla falsa pericolosa idea che si possa “nascere nel corpo sbagliato”, che sta confondendo l’identità di migliaia di minori.
Bene anche le premesse del decreto firmato dai Ministri sulle criticità della Triptorelina e sull’intenzione di seguire l’esempio di altri Stati che “hanno rivisto, del tutto o in parte, i propri protocolli, specie quelli rivolti a minori”. Necessità di aggiornamento scientifico confermata ieri dal presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò audito dalla Commissione Affari sociali della Camera, il quale ha ricordato i “dati scientifici ad oggi inconcludenti sul rapporto beneficio-rischio per gli adolescenti” della Triptorelina e ha annunciato “l’avvio di una rivalutazione sull'inclusione della Triptorelina” nell’elenco dei medicinali da poter erogare per indicazioni diverse da quelle autorizzate.
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, sulla costituzione di una Commissione composta da 29 membri - tra funzionari dei ministeri alla Salute e alla Famiglia, esperti di bioetica e professionisti del settore - voluta da Schillaci e Roccella per le “troppe disomogeneità di cura in Italia”.