Il Bundestag tedesco ha approvato una legge che permette l’eutanasia (ovviamente la neolingua dice “suicidio assistito”, come se fosse cosa del tutto diversa).
Le tre proposte di legge, sullo stesso argomento, che erano state proposte, sono state unificate e sono state approvate con 489 voti su 599.
Una quarta proposta, l’unica che chiedeva la proibizione del suicidio assistito, ha avuto solo 37 consensi.
70 deputati hanno votato NO a tutte e 4 le proposte, 3 si sono astenuti.
Leone Grotti, su Tempi, ricordava che in Germania l’eutanasia non è una novità, ma un ritorno al passato. “Come scriveva Hannah Arendt, l’eutanasia fu praticata originariamente dai nazisti per fare le prove generali dei campi di sterminio. Una delle prime persone ad essere uccise, nel 1939, fu un bambino con gravi handicap e fu fatto «per compassione». Alla fine della Seconda guerra mondiale, la sua sorte fu condivisa da altri cinquemila bambini malati. In tutto, furono uccise così 200 mila persone”.
Oggi sono i social-democratici ad usare le stesse espressioni “compassione”, “dignità”...
“La Germania dispone già di una legislazione piuttosto liberale: il testamento biologico è legale e anche il suicidio non è del tutto proibito grazie a un cavillo. Una persona che aiuti un paziente gravemente malato a morire viene condannata solo se, nel momento in cui fornisce un farmaco letale, non chiama anche l’ambulanza. In ogni caso, la condanna è ad appena un anno di carcere. Anche la sedazione terminale su richiesta, in alcuni casi, è legale”.
Quindi questa legge è solo un altro passo avanti verso il baratro e verso l’arbitrio, verso l’affermarsi della “cultura dello scarto”, della legge della jungla: il forte elimina il debole, il grande sopprime il piccolo. Con una differenza, rispetto a ciò che avviene tra gli animali: l’uomo ci mette l’ipocrisia: vuole convincere, e si auto-convince, che la eutanasia sia “eu”, bella, dolce. Insomma si ammazza per altruismo, per amore.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI
LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI