«Bene il no della commissione Politiche europee del Senato alla proposta di regolamento UE per il riconoscimento dei diritti dei figli anche di coppie gay e l'adozione di un certificato europeo di filiazione. La Risoluzione, come avevamo già denunciato a dicembre - era un pericoloso tentativo di imporre gli effetti dell’illegale e inumana pratica dell’utero in affitto. Se fosse passata, infatti, l’Italia sarebbe stata costretta a riconoscere una coppia di omosessuali come “genitori” di un bambino ottenuto tramite utero affitto o fecondazione eterologa come conseguenza diretta e automatica del loro riconoscimento in un altro Stato Membro. Un’ingerenza ideologica e pericolosa sventata. Ora Governo e Parlamento proseguano su questa strada e, coerentemente con questa decisione, rendano l’utero in affitto reato universale». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
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