In Europa fare figli non va di moda, è risaputo. Com’è noto che in questo processo di stagnazione demografica l’Italia indossa la maglia nera, in compagnia di Portogallo e Grecia.
Accanto a questo emerge tuttavia un altro dato che non si può trascurare: la maggior parte dei (pochi) figli che vedono la luce in Europa sono concepiti fuori dal matrimonio. La cosa appare in linea con il contestuale calo di matrimoni – religiosi e civili – in favore della convivenza, ma in realtà è quasi paradossale: in una situazione di incertezza relazionale, senza essersi presi un impegno anche pubblico di fedeltà reciproca, si decide di mettere al mondo una nuova creatura... il che è per sempre: non si smetterà mai di essere madri e padri di un figlio, neanche quando questi sarà cresciuto.
Di fronte a questa tendenza, tuttavia, l’Italia si distingue: tra il 2015 e il 2016 – riporta TrueNumbers – i figli nati fuori dal matrimonio sono diminuiti del 2%, passando dal 30% al 28% del totale. Si tratta della diminuzione più sensibile su base percentuale, cui si affiancano «Ungheria (dal 47,9% al 46,7%), Estonia (dal 57,9% al 56,1%), Lettonia (dal 41,5% al 40,9%) e Lituania (dal 27,7% al 27,4%)».
Per quanto riguarda il numero complessivo di figli nati da genitori non sposati, il Paese che presenta la percentuale minore è la Turchia con il 2,9% (comunque in aumento dello 0,1% rispetto al 2015), mentre la Svezia registra il tasso più alto, raggiungendo ben il 69,6%.
Quali conclusioni si possono trarre da questi numeri? Un dato pare emergere: anche di fronte all’instabilità, alla paura del “per sempre”, permane il desiderio di dare la vita. Insomma, da un lato i giovani hanno paura di impegnarsi nel futuro, fondando una famiglia, ma dall’altra su questo futuro investono, donando al domani i loro figli. Siamo una società schizofrenica? In parte sì perché, alla luce dei fatti, è chiaro che le ideologie relativiste e votate al “progresso” continuano ad attirare, ma è altrettanto evidente che i “richiami del cuore” continuano a farsi sentire...
Teresa Moro