«Esprimiamo grande soddisfazione per l’assenza, nel documento finale del G7 guidato dalla presidenza italiana, di riferimenti espliciti all’aborto, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, che si trovavano invece nelle conclusioni del G7 dell'anno scorso. I Capi delle Nazioni più sviluppate infatti non devono sfruttare il loro potere politico ed economico per imporre quelle che Papa Francesco ha giustamente definito “colonizzazioni ideologiche” a livello globale, a scapito soprattutto dei Paesi emergenti e più deboli, ma devono invece promuovere la tutela della Vita umana in ogni sua fase, a partire dal concepimento, come premessa di qualsiasi obiettivo di pace, giustizia e uguaglianza. Ci complimentiamo pertanto con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con tutto il Governo per aver fronteggiato le pesanti ed esplicite pressioni politiche arrivate nel corso del summit da altri leader, in particolare da Francia e Stati Uniti, proprio sul presunto “diritto fondamentale” all’aborto, cioè la soppressione di una vita umana inerme e innocente».
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus