Bologna, 27 giugno 2022
«Con la partecipazione della senatrice Monica Cirinnà, dell'onorevole Alessandro Zan e del sindaco di Bologna Matteo Lepore, tutti esponenti del Pd, si è svolta sabato 25 giugno la manifestazione Rivolta Pride nel capoluogo dell'Emilia Romagna. Oltre alla rivendicazione dei “diritti” Lgbtqi+, è stato posto l'accento in modo molto chiaro sul riconoscimento dei presunti diritti dei e delle “sex worker” e sulla loro "decriminalizzazione". Attraverso il riconoscimento di questi diritti dei sex worker, il Pd vuole nei fatti abolire la legge Merlin e rendere nuovamente legale lo sfruttamento della prostituzione? Se, infatti, si vuole rendere socialmente accettabile vendere il corpo e prestazioni sessuali per soldi, equiparando quella sessuale ad una prestazione professionale qualsiasi, si rischia di togliere ogni base giuridica alla criminalizzazione dello sfruttamento e del favoreggiamento della prostituzione. Il tutto, ovviamente, parlando sempre e solo di “diritti” e mai di “doveri”, una contraddizione per il tanto rigoroso Pd in materia fiscale che dunque non ci spiega come questa vendita del corpo verrebbe tassata. Il Partito Democratico, dunque, esca dall'equivoco e si pronunci in modo serio spiegando - soprattutto al proprio elettorato femminista - perché alcuni dei suoi più rappresentativi dirigenti appoggiano iniziative nelle quali si chiede la possibilità di sdoganare il presunto "diritto" a sfruttare la vendita sessuale del corpo», così Simone Ortolani, coordinatore dei circoli territoriali dell'Emilia Romagna di Pro Vita & Famiglia
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