“Mal comune, mezzo gaudio”? L’indottrinamento all’ideologia gender non dilaga solamente in Italia e in Europa.
Il mese scorso una bambina di quattro anni è stata espulsa da una scuola materna di Denver, in Colorado, quando i suoi genitori hanno sollevato perplessità su dei libri letti nella sua classe, che veicolavano l’ideologia gender.
A chi pare che “il gender non esiste” spieghiamo: raccontavano storie di coppie dello stesso sesso e di protagonisti di genere indefinito che si sposavano, per i quali era indifferente mettere l’abito da sposa o da sposo. Non sarà “ideologia gender“, ma è qualcosa che confonde le idee di bambini piccoli nella fase di formazione della loro personalità e di presa di coscienza della loro identità sessuata.
I funzionari della scuola hanno spiegato che le storie erano parte del programma di studi anti-discriminazione della scuola, e che non era possibile che i bambini fossero esentati, come avevano chiesto i genitori della piccola in questione.
“Bisogna evitare che i bambini crescano con i pregiudizi”, hanno affermato in una lettera inviata a tutte le famiglie, che venivano invitate a riprendere e approfondire l’argomento anche a casa.
I genitori della piccola hanno spiegato che la bambina cresce in una famiglia bi-razziale, con cultura mussulmana e occidentale. E’ ben predisposta ad accettare le differenze, ma è troppo piccola per porsi il problema di un genere diverso dal sesso biologico. Perché – gli adulti con buon senso – sanno bene che a questa età i bambini al sesso e al genere non ci pensano proprio...
Tra l’altro la bambina un giorno è tornata a casa chiedendo se il padre fosse un uomo o una donna, il che ha indotto i genitori a protestare e la scuola a procedere all’espulsione.
Le autorità hanno fatto presente che gli insegnanti erano stati perfettamente formati in un corso universitario di specializzazione per trattare certi argomenti: l’iniziativa si chiamava Queer Endeavor (“Sforzo queer“), ed era stata intrapresa dall’University del Colorado per 2.500 docenti. Evidentemente, dicono gli ‘esperti’, questi corsi di specializzazione vanno fatti anche per i genitori.
Redazione