I sostenitori del gender saranno lieti di poter annoverare Dio tra i bisessuali, o intersessuali, o quelli che hanno un genere fluido?
La Repubblica.it ci informa in modo serioso e sussiegoso di un certo fermento, nell’ambito della chiesa anglicana (protestante), per cui bisogna finirla con le preghiere stereotipate. Perché: “Padre Nostro”? Trasformiamolo in “madre nostra”.
Per esempio, ci presenta il reverendo Emma Percy, cappellano del Trinity College di Oxford, che è membro di un’organizzazione religiosa della Chiesa protestante di Londra chiamata Watch, acronimo di “Women and the Church”, composto da donne sacerdote, donne vescovo e semplici fedeli.
La Percy ha dichiarato che usare un linguaggio maschile per identificare la figura di Dio rinforza l’idea che Dio è un maschio e così suggerisce implicitamente che gli uomini sono più simili a Dio delle donne e che è ingiusto che le donne vedano se stesse come meno sacre e meno in grado di rappresentare Cristo nel mondo, solo perché Dio viene rappresentato sempre come un Lui, come un maschio.
Altrove, il reverendo Kate Bottley, vicario della chiesa di St. Mary e St. Martin a Blyth, nel Nottinghamshire, ha già cominciato a rimuovere dove è possibile ogni riferimento maschile a Dio in preghiere e liturgie.
Queste persone e il giornalista che ne scrive, però, non hanno mai fatto un corso base di Catechismo, in cui si è sempre insegnato che Dio non è né maschio né femmina. Quando il Figlio si è Incarnato ha preso un corpo di uomo maschio, grazie a una Donna “umile e alta, più che creatura”: qualsiasi donna ragionevole si sente più che ben rappresentata nelle sfere celesti dalla Beata Vergine Maria (ma i protestanti non la considerano affatto, ecco perché quelle donne lì si sentono “poco sacre”).
Il giornalista, poi, per come riporta con seria considerazione le dichiarazioni delle suddette pretesse, non ha mai letto la Bibbia (Antico e Nuovo Testamento), dove i riferimenti dell’Amore divino per l’uomo come amore di una madre per i suoi figli si sprecano: se l’Amore di Dio è perfetto, è superiore e incomprensibile a noi umani. Ma, come minimo, è certamente il massimo di quello che noi possiamo immaginare: l’amore di una madre e di un padre.
Infatti, la Bibbia, in Genesi 1, 27, dice “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”: l’uomo e la donna insieme, nel momento generativo e pro-creativo sono la più perfetta immagine di Dio ...
La Bibbia, il Cristianesimo, la Chiesa, sono davvero per la parità dei sessi. Parità nella diversità, nella specificità (a ciascuno i suoi carismi, le sue prerogative) e soprattutto nella complementarità.
Ma questa complementarità oggi non va di moda e quindi i giornalisti di moda la ignorano completamente.
Francesca Romana Poleggi