Quando la ragione e il buon senso prevalgono, quando la follia gender subisce qualche sconfitta, è bene parlarne.
La propaganda del mainstream massmediatico, invece cerca di glissare su certi fatti.
Pensate al clamore che ha avuto la vittoria del sì al referendum irlandese sul matrimonio gay.
Ebbene, non altrettanta risonanza ha avuto il fatto che il 18 giugno 2015 l’Austria ha respinto una proposta di legalizzazione delle nozze omosessuali.
Con 110 voti contrari (tra cui quelli dei socialisti) e solo 26 a favore l’Assemblea Nazionale dell’Austria ha respinto quello che gli LGBT hanno definito “il diritto umano del matrimonio tra omosessuali uguale a quello tra uomo e donna”. Ciò che in Italia si continua a negare che voglia fare il Cirinnà. Gli austriaci, ad ogni buon conto hanno rinviato al mittente la proposta. (ce ne informa Gaystarnews.com).
Era passata sotto silenzio dei grandi media anche quest’altra notizia.
Oltreoceano il Brasile si era già opposto all’ideologia gender per via legislativa. “È stata una battaglia superata con successo a favore della famiglia nel Congresso National”, esulta su ZENIT il prof. Hermes Rodrigues Nery, coordinatore della Commissione Diocesana in Difesa della Vita. È accaduto un paio di mesi fa, quando una Commissione speciale si è riunita per analizzare il Piano Educativo Nazionale, che fissa obiettivi e strategie per i prossimi 10 anni e stanzia importanti investimenti pubblici nel settore dell’istruzione. Nel corso delle votazioni, è stata sollevata la questione relativa a un passaggio del testo di legge che attiene alla “promozione della parità razziale, regionale, di uguaglianza di genere e di orientamento sessuale”. Alcuni parlamentari presenti in Commissione, fiutando la strategia che si cela dietro determinati termini, hanno chiesto di sottoporre a un dibattito e al voto la definizione “uguaglianza di genere e di orientamento sessuale”.
Il deputato Antonio Bulhões, del Partito Repubblicano, ha spiegato ai colleghi: “Questo passaggio sull’ideologia di genere autorizza i burocrati del ministero della Pubblica Istruzione a invadere le scuole con libri gay, bisessuali, transgender ed altro, e tutto con un supporto legale, etichettato come promozione della parità di genere”.
Il successo della manifestazione di piazza a Roma del 20 giugno scorso, indica che l’Italia – il popolo italiano – vuole che il matrimonio rimanga solo quello tra uomo e donna, che i bimbi crescano con mamma e papà e che il gender se ne stia lontano dalla scuola.
Questi episodi devono servire a rafforzare la speranza che saranno il buon senso e la ragionevolezza a prevalere, alla fine, sulla follia.
Redazione