«E’ in corso una vera e propria macchina della censura per distruggere - fisicamente e non - la nostra campagna anti-gender che vuole difendere e tutelare i bambini dall’indottrinamento e il diritto alla libertà educativa dei genitori. Con una presa di posizione scandalosa e irricevibile, il Vicesindaco Emily Clancy non solo non ha espresso alcuna solidarietà nei nostri confronti dopo gli ignobili atti di violenza squadrista estremista verso i nostri manifesti, ma si è addirittura dichiarata favorevole e pronta a tapparci la bocca e ledere così la libertà di espressione con un atteggiamento assolutamente totalitario, da dittatura del pensiero unico. In più portando avanti tesi campate in aria. Quanto dichiarato dal vicesindaco, che ipotizza di applicare decreti attuativi che non esistono, contrasta con la tassatività delle norme, nonché vorrebbe scardinare lo stesso ordinamento giuridico pur di applicare, solo nel nostro caso, una norma appunto non prevista. Minacce che, ovviamente, non ci fanno paura. Innanzitutto perché i nostri manifesti sono pienamente legittimi e non sono né offensivi né discriminatori, dunque in nessun caso rientrerebbero nelle norme chiamate in causa. In più autorevoli fonti governative e ministeriali ci hanno assicurato la piena legittimità della campagna e chiarito tutti gli aspetti giuridici riguardanti questi ormai famigerati decreti attuativi. Ringraziamo chi, come i consiglieri Di Benedetto, Cavedagna e Zuntini, ha espresso solidarietà e difeso la nostra libertà di espressione, contrariamente alle associazioni arcobaleno che ci contestano l’uso della parola “teoria gender” - addirittura mettendo in dubbio la sua esistenza - ma che in realtà fanno proprio del gender la loro ragione d’esistenza». Così Simone Ortolani, responsabile del Circolo Territoriale di Pro Vita & Famiglia Onlus.
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