Gender. Pro Vita & Famiglia E.-Romagna: «Nostri manifesti legittimi. I progetti gender nelle scuole esistono»

«In Emilia-Romagna la libertà di espressione sembra essere ormai un lontano ricordo. Ne sono prova i vili e tendenziosi attacchi che - a Modena, Piacenza e Cesena -  sta subendo la nostra campagna di affissioni stradali per tutelare i bambini dall’indottrinamento gender. Sia Arcigay Modena che alcuni consiglieri comunali di Piacenza, infatti, propinano pesanti fake news: che i nostri manifesti sarebbero violenti, sessisti e discriminatori o che, addirittura, non esisterebbe nessun progetto gender nelle scuole italiane. Purtroppo, invece - e il nostro lungo dossier ne è una prova - troppo spesso, nelle scuole di ogni ordine e grado, i bambini vengono indottrinati a teorie antiscientifiche che vogliono l’esistenza di infiniti generi o della sessualità fluida, in barba ai due sessi biologici di “maschio” e “femmina”. Progetti ideologici che entrano nelle scuole sotto la maschera della lotta agli stereotipi o dell’educazione all’affettività, ma che poi propongono tematiche inadatte ai bambini e tenendo all’oscuro le famiglie, violando il diritto alla libertà educativa dei genitori. La nostra campagna, dunque, non è in alcun modo violenta né discriminatoria e soprattutto non è contro nessuno, ma è a favore dei bambini, della loro educazione, delle famiglie e della loro libertà. Libertà che, invece, vuole essere sottratta a noi, infangando e strumentalizzando il messaggio delle affissioni. I genitori italiani sono dalla nostra parte e lo dimostra la petizione popolare per chiedere un ministro dell'Istruzione che tuteli la libertà educativa, che ha già superato le 28.000 firme», così Simone Ortolani, referente dei circoli territoriali di Pro Vita & Famiglia per l'Emilia Romagna.