«La promozione di Francesco Spano a Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Alessandro Giuli è un’indecenza politica che tradisce il patto di coerenza tra la maggioranza di Governo e gli elettori, che non hanno votato Fratelli d’Italia per veder tornare in un ruolo chiave un funzionario di area Pd travolto dallo scandalo dei finanziamenti alle associazioni LGBT quando era direttore dell’Unar. Nel 2017 Giorgia Meloni affermò che le tasse degli italiani non potevano essere “buttate” per pagare lo stipendio di Spano, stipendio che ora sarà nuovamente pagato dai contribuenti proprio grazie al suo Governo. Gli elettori di centrodestra sono furiosi per questa incoerenza, come dimostra la sfilza di commenti critici sui social network e la petizione che Pro Vita & Famiglia aveva lanciato contro la nomina di Spano, che in poche ore ha raccolto quasi 15.000 firme. Anche fonti interne di FdI ci hanno confidato il loro sconcerto per l’avallo della Premier su questa vicenda. La nomina di Spano è ancor più allarmante considerando che in due anni il Governo non ha fatto assolutamente nulla per arginare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, assistendo inerme al moltiplicarsi di corsi e progetti promossi dal movimento LGBTQ e dell’illegale Carriera Alias. Il dato politico è che, da oggi, al Ministero della Cultura lavora un funzionario legato al Pd in più di ieri, e questo ci costringerà ad aumentare la vigilanza su ogni singolo euro delle tasse degli italiani che, oltre allo stipendio di Spano, sarà usato dal Ministro Giuli per finanziare e promuovere film, mostre ed eventi di matrice gender e woke».
Lo afferma in una nota Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commentando la nomina di Francesco Spano a Capo di Gabinetto del neo-Ministro della Cultura Alessandro Giuli.