«Con la nuova affissione dei manifesti "No 194" intendiamo nuovamente sottolineare che la legge 194 del 1978 che permette e legalizza la cosiddetta "interruzione volontaria di gravidanza" è una norma non solo profondamente iniqua, ma profondamente disumana, perché contribuisce a eliminare il riconoscimento del volto umano del concepito nella cultura e nella società. Invece, occorre ricordare l'affascinante protagonismo biologico dell'embrione fin dai primi giorni della sua esistenza: la biologia insegna che la sua è inequivocabilmente vita umana; pertanto il diritto dovrebbe tutelare soprattutto i più piccoli e più fragili fra gli uomini e le donne, nella loro stessa vita prenatale, e non trovare artificiosi metodi legali per sopprimerla. Il totalitarismo della cultura dello scarto vuole estirpare la dignità agli uomini e le donne più indifesi: l'aborto distrugge la vita dei più piccoli, mentre l'eutanasia distrugge quella dei deboli a causa della vecchiaia e della malattia. Giovanni Paolo II ci ha insegnato ad opporci a questa cultura e ad alzarci in piedi per difendere la vita quando viene minacciata. Con questo manifesto, intendiamo rendere omaggio anche al coraggio e alla testimonianza del Pontefice polacco, autore di un ricco Magistero sui temi bioetici, che seppe resistere dinanzi alle potenze del mondo quale formidabile profeta di pace e di vita». Così Simone Ortolani, referente territoriale di Pro Vita & Famiglia onlus per l’Emilia-Romagna, nel presentare la nuova campagna di affissioni partita in questi giorni a Ravenna e nei prossimi nelle altre principali città della regione.