«E’ pericoloso che l’Europa faccia pressioni sugli Stati Membri per riconoscere i certificati di genitorialità, addirittura specificando che tale riconoscimento va fatto "indipendentemente da come il bambino è stato concepito o è nato". La raccomandazione della commissione giuridica del Parlamento Europeo autorizza e quasi impone agli Stati Membri di legittimare e aprire le porte all’utero in affitto, alla compravendita di gameti e alla procreazione medicalmente assistita, anche quando queste pratiche sono già illegali e vietate negli Stati. Si tratta di un’intromissione gravissima negli ordinamenti giuridici nazionali sulla spinta delle lobby Lgbt. Tra l’altro proprio ciò che avevamo denunciato lo scorso luglio a Bruxelles con il convegno “Fermiamo il mercato dei figli”, insieme all’onorevole Alessandra Basso e a varie sigle del mondo femminista e pro family contrarie a queste pratiche barbare che sfruttano e mercificano il corpo delle donne. Ci aspettiamo che il Governo italiano non si faccia intimidire dall’ennesima ingerenza politica dell’Europa sulle questioni nazionali e continui sulla sua strada, già ben tracciata con l’approvazione, alla Camera, dell’utero in affitto come reato universale e che dovrà ora passare quanto prima dal Senato per diventare definitivamente legge». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus.
07/11/2023 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia
Il Parlamento Europeo spinge gli Stati membri a riconoscere genitori Lgbt e utero in affitto
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