Mentre taluni si preoccupano, o dicono di preoccuparsi, del benessere del pianeta – magari trascurando le emergenze povertà e disoccupazione – altri, senza del resto ignorare il legame tra uomo e ambiente, mettono al centro la questione demografica. Questione, dopo 22 anni dall’inizio del nuovo millennio, non più procrastinabile, specie in Italia.
Così il Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei, presieduto dal polacco Ryszard Legutko
e dall’italiano Raffaele Fitto, ha organizzato un convegno, presso il parlamento di Strasburgo, intitolato “Una nuova visione demografica per il futuro dell’Europa”.
Al convegno hanno preso parte come relator, i parlamentari di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini e Giuseppe Milazzo, già “promotori della proposta di risoluzione al Parlamento europeo sulla denatalità”, assieme ad altri esponenti della lotta contro il declino demografico. Tra essi il professor Gian Carlo Blangiardo, statistico e presidente dell’Istat, e Alfredo Caltabiano, membro della direzione politica dell’Associazione Nazionale famiglie numerose e presidente del Forum delle Associazioni familiari per l’Emilia Romagna.
Tutti si sono detti concordi sul fatto che la politica di rilancio della natalità in Italia, e contro l’inverno demografico, è tra i più gravi doveri morali del momento storico presente. Secondo l’onorevole Procaccini la crisi demografica non si risolve con l’immigrazione di massa, la quale al contrario “deve essere governata e qualitativa”. Senza arrivare alla “sostituzione degli europei con altre popolazioni del mondo”. Anche perché il messaggio di continuare ad avere pochi figli perché ci sono i migranti che arrivano alle porte risulta sbagliato e irresponsabile.
Favorire la natalità italiana è “invece il modo per portare avanti il testimone della nostra civiltà, della nostra storia a chi verrà dopo di noi”. Altrimenti c’è il fondato rischio di accettare passivamente la fuga dei cervelli italiani all’estero, in vista di migliori occasioni di lavoro, illudendosi di compensarla con i poveri che bussano alle nostre porte.
Anche la senatrice Isabella Rauti, del dipartimento Valori non negoziabili di FdI, è intervenuta al Convegno asserendo che “l’Italia purtroppo è la maglia nera in Europa, siamo alla metà delle nascite rispetto al 1976”. Anzi solo nel ventennio 2000-2020 “abbiamo avuto il 28% di calo delle nascite e nel 2021 abbiamo avuto 136.000 culle vuote”.
La parlamentare ha fatto anche riferimento alla battaglia, sostenuta da molte associazioni cattoliche come Pro Vita & Famiglia e non solo, per l’istituzione della “Giornata nazionale della vita nascente”, da celebrarsi ufficialmente, nelle scuole e nei luoghi pubblici, il 25 marzo di ogni anno. Notando altresì, che se non sarà presto invertito il trend, “nel 2048 i decessi avranno raddoppiato le nascite”.
La senatrice Tiziana Drago, membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, ha fatto delle costatazioni simili, proponendo che l’astensione remunerata dal lavoro in caso di nascita di un bambino sia prolungata e duri fino al compimento dei 3 anni del figlio, in modo da far respirare le famiglie, anzitutto le mamme.
Auguriamoci che questi richiami trovino presto delle realizzazioni concrete sia in Italia che in Europa, visto che è tutto il continente a soffrire, ove più ove meno, delle stesso male della denatalità.