Il sindaco di Milano Beppe Sala spinge letteralmente i bambini verso le grinfie della teoria gender, invitando apertamente “i nonni a portare i bambini agli eventi” del Milano Pride 2024. Un appello pericolosissimo e che rivela, ancora una volta, la natura ideologica delle istanze Lgbtqia+ che lo stesso Sala da sempre porta avanti, tanto con la sua partecipazione annuale ai Gay Pride quanto con le decisioni politiche di voler registrare a tutti i costi all’anagrafe i certificati di nascita dei “figli” di coppie omosessuali. Invitare i bambini ai Pride significa farli partecipare a eventi che, ogni anno e in tutta Italia, propagandano la teoria gender, l’utero in affitto, il matrimonio egualitario, l’adozione di bambini per coppie omosessuali, la transizione di genere anche per i minori, la fluidità sessuale e la pericolosa Carriera Alias, che rischia di instillare proprio nella mente dei più giovani l’idea che si possa “nascere nel corpo sbagliato” e per questo poter intraprendere percorsi di transizione sociale e chirurgica, che poi spesso si rivelano irreversibili. Che Sala la finisca di mettere in mezzo i bambini, confondendo la loro identità sessuale, e spingendoli verso un vero e proprio lavaggio del cervello, per le sue mire ideologiche pro LGBTQIA+ e a favore della fluidità di genere.
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, in merito alle dichiarazioni del sindaco di Milano Giuseppe Sala, pronunciate durante la diretta social «Cose in Comune» dedicata al mese del Pride che si è aperto ieri a Milano e si chiuderà il 29 giugno.
