“Pagherete”, “Non vi daremo pace”, “Rivolta Trans”. Queste alcune delle minacce rinvenute la mattina di giovedì 30 maggio sulle serrande della sede nazionale di Pro Vita & Famiglia Onlus a Roma, in Viale Manzoni, eseguite nella notte con bombolette spray da attivisti del movimento LGBT Priot Pride, che ha rivendicato l’atto sui propri social network. Il gruppo ha manomesso le telecamere di sorveglianza oscurandole con vernice rossa e affisso sui muri esterni dell’ufficio 15 manifesti in cui si vede la bandiera della Palestina sventolare sulla Basilica di San Pietro in fiamme e lo slogan “Queers for Palestine”. Lo scorso 20 maggio un altro attacco vandalico aveva imbrattato le serrande della sede di Pro Vita & Famiglia con simboli e slogan del movimento Transgender.
“Quello di stanotte è il dodicesimo attacco vandalico alla nostra sede in meno di tre anni, il secondo nel giro di un mese: è una vera e propria persecuzione con una preoccupante escalation di contenuti violenti e minacciosi”, afferma il presidente di Pro Vita & Famiglia Antonio Brandi. “Le associazioni abortiste e arcobaleno - continua Brandi - fomentano da anni un clima di odio e intolleranza nei confronti di chi si dichiara Pro Vita, culminato nell’attacco dello scorso 25 novembre col lancio di un ordigno esplosivo all’interno della sede, e dopo le ultime minacce temiamo per la nostra incolumità personale. Chiediamo quindi al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di attenzionare particolarmente il clima di ostilità e minacce fisiche di cui siamo vittime, e ci aspettiamo che il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e tutti i partiti politici condannino l’accaduto senza se e senza ma”, conclude Brandi.