L’Organizzazione Mondiale della Sanità irrompe di nuovo e bruscamente nella vita dei Paesi aderenti questa settimana con un report infarcito di ideologia gender e cultura della morte.
Innanzi tutto invita gli Stati a rimuovere le restrizioni all’aborto, anche per gli adolescenti.
Non solo: viene richiesto ai governi di essere più “aperti” in materia di chirurgia plastica genitale, relazioni extraconiugali, prostituzione e omosessualità.
La controverse prescrizioni dell’OMS, in materia di scelte sessuali e difesa dell’aborto erano già state esposte dal Friday Fax, un settimanale canadese, ma sono state prese e diffuse su larga scala da un gruppo Australiano di difesa dei diritti omosessuali perché “contengono una specifica sezione sulle persone transessuali e su altri gruppi stigmatizzati come lesbiche e gay”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, le cui dubbie competenze si sono potute vedere durante l’epidemia di Ebola, costata la vita a 11.000 persone, ora spende le sue forze per promuovere i “nuovi diritti” omosessualisti.
Come detto, questo report esorta i governi ad adottare una “educazione sessuale comprensiva” per i giovani al fine di impartire “conoscenze, capacità e valutazioni per fare scelte responsabili nella vita sessuale”. Queste “valutazioni” contrastano però con quello che è il tradizionale concetto di moralità, ritenuto qui “retrogrado”. Il tutto perfettamente in linea con i tristemente noti Standard per l’educazione sessuale in Europa.
Le parole come “salute sessuale e riproduttiva” e “diritto di riproduzione” appaiono per la prima volta alla conferenza ONU del Cairo su “popolazione e sviluppo” nel 1994, ma la formulazione “diritti sessuali” che l’OMS, un’agenzia della stessa ONU, ha coniato, è stata presto rifiutata da moltissimi Paesi, perché considerata uno stratagemma per aggirare le leggi al fine di promuovere i “nuovi diritti” omosessualisti e l’ideologia gender.
In poche parole l’OMS equipara la salute sessuale alla illimitata possibilità di fare qualsiasi cosa si voglia con il proprio corpo, come ad esempio prostituirsi o provocarsi un aborto. Nel report viene ammesso, con una punta di rammarico, che comunque non c’è formale accordo sul tema “diritti sessuali” nei Paesi Membri.
Per fortuna, aggiungiamo noi.
Un’agenzia internazionale del calibro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbe occuparsi di cose più serie e urgenti nel campo della salute pubblica mondiale.
Soprattutto un’organizzazione internazionale non dovrebbe violare i principi millenari della legge naturale e della morale.
Ma sappiamo che l’OMS non è nuova a queste “cadute di stile”.
L.T.
Fonte: Lifesitenews