«È vergognoso che la blasfemia e gli oltraggi alla religione, in particolare a quella cattolica, siano all’ordine del giorno durante i Gay Pride, come accaduto lo scorso 6 luglio a Pescara quando, scimimiottando una processione, è stata mostrata l’icona di una Madonna con due uomini legati al tronco di un albero e, sotto, nastrini arcobaleno e banconote appesi all’immagine. Niente dà il diritto, a nessuno, di abusare delle immagini sacre offendendo non solo la comunità cattolica ma il senso del sacro di tutti i cittadini. Cosa c’entrano queste offese con i Pride? Perché irridere il credo altrui denigrandolo? Secondo il Codice Penale si potrebbe trattare di vero e proprio vilipendio alla religione, e ci auguriamo che le autorità competenti facciano in tal senso i dovuti accertamenti, mentre chiediamo alle autorità civili e religiose una ferma e trasversale presa di posizione e di condanna».
Così Carola Profeta, referente del Circolo Territoriale di Pescara di Pro Vita & Famiglia onlus