Il Club di Roma, think-tank nato nel 1968 e noto per le sue “profezie” apocalittiche puntualmente smentite dai fatti, continua a ritenere che la popolazione mondiale vada drasticamente ridotta.
Ci sarebbero – questo l’assunto di base – troppi esseri umani che, continuando a riprodursi con i ritmi attuali, saranno la causa della distruzione del pianeta Terra.
Ecco perché due giorni fa il suddetto Club ha lanciato un nuovo studio in cui propone ai governi di ricompensare con 80.000 dollari le donne che, arrivate a 50 anni di età, non hanno avuto figli o, al massimo, ne hanno avuto uno solo. Il titolo di questa ultima pubblicazione è “Reinventing Prosperity” [Reinventando la prosperità. Gestire la crescita economica per ridurre la disoccupazione, la disuguaglianza e il cambiamento climatico].
Gli autori, Graeme Maxton e Jorgen Randers, elencano alcune proposte “per migliorare il nostro mondo”, come la riduzione dei giorni lavorativi e l’aumento dell’età pensionabile. Ma l’idea di fondo è sempre la stessa da quarant’anni: bisogna risolvere il problema della “bomba demografica”. Nonostante i dati reali, specie in Occidente, dicano che la vera emergenza è l’inverno demografico (non nascono più bambini e siamo votati all’estinzione), il Club di Roma continua ideologicamente a sostenere che siamo troppi, che non c’è spazio per tutti e che le risorse si stanno definitivamente esaurendo. Pertanto, i governi dovrebbero retribuire le donne che si sono impegnate a non procreare.
È del tutto evidente come una simile iniziativa miri ad incoraggiare l’uso della contraccezione, della sterilizzazione e dell’aborto per ridurre drasticamente i tassi di fertilità in tutto il mondo, in base ai principi delle fallimentari teorie neo-malthusiane. Da notare inoltre che l’incentivo di 80.000 dollari sarebbe molto più appetibile nei Paesi in via di sviluppo, dove – guarda caso – la popolazione è in aumento. L’Occidente, invece, si è auto-condannato a morte e al massimo spende la stessa cifra per fabbricare e comprare un bambino con l’utero in affitto...
Ebbene, se venisse perseguita una politica come quella proposta dal Club di Roma, in futuro non vi sarebbe più chi si prenda cura della generazione attuale e lo sviluppo dei Paesi più poveri sarebbe gravemente compromesso. Ma per i fondamentalisti dell’ecologia e dell’animalismo questo sarebbe un bene, perché l’uomo è il cancro del pianeta ed è forse meglio che scompaia del tutto per lasciare in pace piante ed animali.
Federico Catani
Fonte: AgendaEurope