COMUNICATO STAMPA
Manifesti, Pro Vita e Generazione Famiglia contro Iap:
«Ordine di desistere grottesco: ora siamo noi a offendere i bambini»
Roma, 22 ottobre 2018
«Siamo al grottesco. È arrivato “l’ordine di desistere” dalla nostra campagna pubblicitaria “Due uomini non fanno una madre. #Stoputeroinaffitto”. Lo Iap (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria), attraverso il presidente del Comitato di Controllo, ci ha spiegato che il messaggio con “un bambino seminudo, marchiato sul petto con un codice a barre, con il viso straziato da un pianto disperato”, non rispetta il codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, e si traduce “in un’offesa alla sua dignità, in contrasto con quanto previsto dall’art. 10 del Codice”. Torna in mente la massima: quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito. Virginia Raggi, Chiara Appendino e lo Iap si stracciano le vesti per il nostro manifesto, ma nessuno condanna la pratica denunciata attraverso di esso?», dichiarano Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Jacopo Coghe, presidente di Generazione Famiglia, associazioni promotrici del Family Day e ideatrici della campagna choc oggetto di rimozione e sanzione, come annunciato dal sindaco di Roma.
«Allo Iap, che definisce l’immagine dei nostri cartelloni “violenta e cruda” oltre che “suscettibile di creare un forte turbamento nell’osservatore», prosegue Coghe, «ricordiamo che non si può rappresentare la pratica dell’utero in affitto se non come una compravendita di bambino orribilmente privato della madre. Con questa censura siamo al rovesciamento della verità e del diritto».
«L’utero in affitto, la compravendita di bambini, la commercializzazione di gameti», aggiunge Toni Brandi, «rappresentano una pratica barbara e crudele. Proprio per questo sarà uno dei principali temi che verranno discussi al Congresso Mondiale delle Famiglie che stiamo organizzando e che avrà luogo a Verona dal 29 al 31 marzo 2019».
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