Ha avuto luogo stamattina la conferenza stampa al Senato in cui l’associazione ProVita onlus ha presentato ai giornalisti il “Patto per la famiglia naturale“. Un “Patto” che cercherà di rappresentare alle prossime elezioni amministrative, tutte quelle famiglie italiane che si riconoscono nei principi della famiglia naturale e della Vita. Ha introdotto l’incontro il Senatore Malan, il quale ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa e la sua trasversalità: un “Patto” che, al di là dei diversi partiti politici, crea unità tra i candidati pro-family.
Toni Brandi, presidente di ProVita, ha fatto riferimento al «Milione del Family day, che in 10 giorni si è radunato al Circo Massimo e che rappresenta altri milioni di famiglie che sono preoccupate per l’avanzata del gender, dell’educazione sessuale, e dei “matrimoni” e adozioni gay nella società; milioni di famiglie che sono determinate a contrastare la rivoluzione antropologica in atto». Per questo, sottolinea Brandi, il “Patto per la famiglia naturale” è necessario. Il “Patto” potrà essere sottoscritto dai candidati sindaci nei capoluoghi di Provincia e dai candidati sindaci e consiglieri comunali nei capoluoghi di Regione.
Alessandro Fiore, portavoce di ProVita onlus, ha spiegato che «Il “Patto” contiene precisi impegni politici a livello locale che manifestano principi fondamentali in materia di famiglia e vita. Molto importante è il preambolo del “Patto” in cui si dice che “il bene comune può essere realizzato solo attraverso la promozione senza compromessi della Vita e della famiglia naturale fondata sul matrimonio”. Solo la stabilità di un’unione biologicamente e psicologicamente complementare può edificare il bene comune. Tutti gli studi mostrano come maggiori livelli di benessere sociale sono legati alla famiglia naturale fondata sul matrimonio». «Famiglia naturale – ricorda Fiore – che è già riconosciuta a livello costituzionale all’art. 29». Importante da questo punto di vista è l’impegno dei candidati a contrastare culturalmente e giuridicamente il riconoscimento pubblico di unioni gay. Il Patto fa riferimento anche all’art. 30 Cost. che riconosce il diritto dei genitori di istruire ed educare i figli: perciò il “Patto” impegna i candidati a «opporsi a ogni tipo di propaganda gender o lgbt» surrettiziamente introdotta nelle scuole.
L’art. 31 Cost. sancisce che la Repubblica “agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia [...] con particolare riguardo alle famiglie numerose”: da ciò discende, nel “Patto”, che i candidati devono introdurre o potenziare, nella misura del possibile, gli aiuti economici per la famiglia naturale e per la sua formazione. L’art. 31 Cost. impone inoltre di proteggere “la maternità, l’infanzia e la gioventù”: sotto questo aspetto, i candidati si impegnano a sostenere la vita nascente, a livello locale, mediante aiuti a ragazze madri o con gravidanze difficili, promuovendo concrete alternative all’aborto, e garantendo che l’obiezione di coscienza alle pratiche abortive possa essere agevolmente esercitata.
Le sottoscrizioni dei candidati al “Patto” naturalmente non implicano l’adesione di ProVita a nessun partito o candidato in particolare. Si tratta di un’indicazione agli elettori dell’adesione a certi principi fondamentali in materia di famiglia e vita. ProVita pubblicizzerà i nomi dei candidati che avranno firmato il “Patto” e sosterrà quelle iniziative dei candidati eventualmente eletti, tese a realizzare gli impegni contenuti nel “Patto”. Il candidato potrà utilizzare nella sua campagna elettorale il “bollino di garanzia” di ProVita, il quale è stato mostrato ai giornalisti alla fine della conferenza stampa.
I primi candidati aderenti al “Patto” saranno pubblicati verso la fine del mese sul sito di ProVita onlus (www.notizieprovita.it).
Lo rende noto l’ufficio stampa di ProVita Onlus.
Redazione
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