29/06/2021

PV&F Reggio Calabria: «Sostegno e approvazione per la mozione comunale contro il ddl Zan»

Apprendiamo dalla stampa che oggi sarà discusso in Consiglio comunale un ordine del giorno relativo al ddl Zan, altrimenti detto sull’omofobia, e sul quale continuiamo a esprimere la nostra totale contrarietà! Le ragioni del rifiuto a questa iniziativa parlamentare, seppur nelle intenzioni presenta condivisi propositi, sono da ricercare nel suo testo redatto che di fatto si presenta come problematico e lesivo delle libertà di espressione e di educazione costituzionalmente sancite. L’ordine del giorno sul ddl Zan arriva presso l’aula “Battaglia” a seguito dei lavori in Commissione dove ampia e maggioritaria è stata la partecipazione di associazioni che hanno espresso contrarietà a questo ddl facendo emergere le tante problematiche e contraddizioni di un testo criticato trasversalmente addirittura sia dalla Chiesa cattolica che dal mondo femminista-progressista. Ci chiediamo se queste voci contrarie e, ripetiamo, maggioritarie saranno prese in considerazione da parte dei consiglieri comunali oppure si preferirà assecondare istanze ideologiche per fidelizzare un elettorato minoritario a fronte di una situazione in città sempre più catastrofica.

Chi certamente si è già dimostrato attento alle istanze di un mondo critico nei confronti del ddl Zan - un mondo che ricordiamo è ampio, composito e trasversale - è sicuramente il consigliere comunale Massimo Ripepi, il quale intende presentare una mozione in cui impegna il Comune di Reggio Calabria a esprimere parere negativo rispetto al ddl Zan. Tale iniziativa, autonoma e indipendente del consigliere Ripepi, ha tutto il nostro sostegno e la nostra approvazione perché arricchisce il dibattito intorno a questa discussa e controversa proposta di legge che di fatto non aiuta a proteggere le persone discriminate per il proprio orientamento sessuale ma introduce e impone nel nostro sistema penale una visione etica-ideologica.

Se qualcuno si sta ancora chiedendo come sia possibile che una legge che si propone di combattere le discriminazioni invece di essere accolta, viene criticata in maniera ampia e trasversale, deve sapere che il testo di questa proposta è assolutamente ambiguo e problematico. Non ci sarebbe alcuna difficoltà nell’accettare una legge che mira a combattere le discriminazioni se così fosse realmente. Ma il ddl Zan, così come è stato scritto, presenta delle criticità che lo rendono irricevibile. L’articolo 1, infatti, invece di determinare il reato, introduce una visione etica e ideologica stabilendo in sede penale cosa siano il “sesso”, il “genere” e soprattutto “l’identità di genere”. Questa modalità è inaccettabile perché tali definizioni sono tutt’altro che condivise nel senso comune, perciò andrebbero inevitabilmente ad urtare e violare la libertà di espressione di ogni cittadino. In merito, facciamo nostre le parole di Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, il quale ha dichiarato che “Affermare che distinzione tra i sessi non è un dato naturale ma è un fatto culturale, significa esprimere una convinzione che tocca i valori profondi. Nessuno può imporre alla gente dei valori. Ogni persona sceglie i valori morali e religiosi in cui vuol credere: questa è una libertà fondamentale!”. A nulla vale la cosiddetta clausola “salva idee” (che già di per sé rappresenta un allarme) se questa rimanda chiaramente all’arbitrarietà del giudice. Questi, infatti, sarà tenuto a decidere se un pensiero è penalmente sanzionabile non in base a una norma precisa ma secondo la propria personale sensibilità. Queste modalità sono tipiche di ogni regime totalitario, una deriva che il Consiglio comunale deve contribuire a fermare!

 

Comunicato Stampa a cura del circolo territoriale di Pro Vita & Famiglia Reggio Calabria

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