L’inverno demografico, lo sappiamo, sta attanagliando l’Italia e l’Europa. Sono pertanto urgenti politiche, ma anche tutta una cultura, a favore della natalità. Una spinta in tal senso sembra arriverà presto in Rai, la tv di Stato, dunque nel servizio pubblico.
Secondo alcune bozze relative al contratto di servizio che la nuova dirigenza del servizio pubblico sottoscriverà a breve con il ministero dell’Economia, la Rai si dovrà infatti impegnare a «contribuire alla promozione della natalità e della genitorialità».
L'iter prevede che questa bozza di documento debba essere prima approvata nel prossimo Consiglio d’Amministrazione. E dopo eventuali emendamenti e correzioni sarà presentata alla vigilanza e infine discussa tra le parti, prima di diventare un documento definitivo da approvare ancora in CdA.
Quindi la strada è ancora lunga e forse in salita, seppur le intenzioni di questa che sembra una “nuova” Rai sono lodevoli. Come Pro Vita & Famiglia pensiamo, infatti, che se tale priorità sarà ribadita e farà parte degli assi portanti della tv pubblica, ciò sarà una vittoria e un guadagno per tutti. Ci si aspetta, dunque, che le parole si possano tradurre presto in fatti concreti.
A guadagnarci – o a perderci – sarà il popolo italiano. Il progresso di una società, infatti, deve essere incoraggiato e sostenuto ed esso è impossibile accantonando il nobile ideale della famiglia, cellula di base di ogni società, e della promozione, anche culturale e televisiva, della vita umana e della natalità.
Al contrario, ma non c’è da stupirsi, la possibile novità della Rai ha fatto stracciare le vesti ad alcuni organi di stampa notoriamente progressisti e di sinistra. Pensiamo infatti, tanto per fare un paio di esempi, a Repubblica o Fanpage, che si sono indignati per quella che hanno definito una «mission sovranista per eccellenza».
Meglio quindi la politica delle culle vuote, dell’invecchiamento della popolazione e del suo declino, della famiglia non allargata ma rimpicciolita e della “sterilizzazione” dei giovani, magari messo in atto non per vile egoismo, non sia mai, ma per “salvare il pianeta”? Forse la stampa mainstream non ricorda – o non vuole ricordare – gli enormi rischi che corre la nostra società nei prossimi decenni, dei quali ci hanno avvertito, durante i recenti Stati generali della Natalità, figure come il demografo Gian Carlo Blangiardo e lo stesso papa Francesco.