26/03/2021 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia

Rai, Pro Vita & Famiglia: «Flashmob alla Rai di Roma e Milano: stop a un monopolio indecente e offensivo che ci costa 2 miliardi»

COMUNICATO STAMPA

Rai

Pro Vita & Famiglia: «Flashmob alla Rai di Roma e Milano: stop a un monopolio indecente e offensivo che ci costa 2 miliardi»

 

Roma, 26 marzo 2021

“Io non pago per essere offeso né per permettere che i nostri figli vengano indottrinati al gender. Si sono tenuti a Roma alle ore 13 e a Milano alle ore 12, davanti alle sedi Rai rispettivamente di Viale Mazzini e di via Sempione, due flash mob contro il (dis)servizio pubblico che ritiene di mettere in scena delle “esibizioni” blasfeme e oltre il limite della decenza, o di indottrinare i nostri figli al gender. Il flashmob si è tenuto con interventi di personalità politiche come il senatore Maurizio Gasparri, il senatore Lucio Malan e Il capogruppo Maurizio Politi al consiglio comunale di Roma. A Milano, invece, il consigliere regionale Max Bastoni e il consigliere Filippo Bianchi”: si apre così la nota di Pro Vita e Famiglia, onlus organizzatrice delle proteste contro la Rai.

“Il canone costa agli Italiani complessivamente 2 miliardi. Lo Stato versa un contributo "per l'adempimento degli obblighi del contratto di servizio", che per il 2019 e il 2020 è stato fissato in 40 milioni di euro. Cifre esorbitanti per vedere cosa? Il sacrilegio di Achille Lauro che a Sanremo si presenta con il Sacro Cuore di Gesù, Fiorello incoronato di spine o per ascoltare le favole per bambini a "Oggi è un altro giorno", il programma condotto da Serena Bortone, stravolte, con la bella addormentata presentata in salsa lesbo” ha continuato Toni Brandi presidente di Pro Vita e Famiglia. 

“Una Rai che comunque guadagna anche dalla pubblicità, da eventuali contratti o convenzioni e dalla vendita di beni e servizi, può a questo punto camparsi da sola e diventare una tv commerciale? Tutti questi miliardi non andrebbero spesi meglio, per i poveri, i disabili e per tutte le persone alla fame? Tutto questo accade in un momento in cui le famiglie devono affrontare una grave crisi economica e devono ritrovarsi in bolletta la tassa da pagare per sentirsi umiliate, non rispettate e per volgarità e messaggi scandalosi oltre che blasfemi. No grazie. Con la nostra petizione, che ha raggiunto in pochi giorni un successo esorbitante di oltre 100.000 mila firme, intendiamo dichiarare guerra a chi non fa che offendere e denigrare la maggioranza degli italiani!” ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente della onlus.

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