08/10/2014

Sindaco di Empoli denunciato da ProVita e GpV

Il Sindaco di Empoli, Brenda Barnini, rilancia nella sua assurda ed eversiva sfida alle istituzioni repubblicane. E’ arrivata, infatti, a rispedire al mittente la nota prefettizia che le intimava l’annullamento del provvedimento con cui autorizzava la trascrizione dei matrimoni gay stipulati all’estero.

Sorte migliore non è toccata alla circolare dello stesso Ministro dell’Interno. Il Sindaco di Empoli si pone così al di sopra delle istituzioni e della legge. Questa la giustificazione consegnata alla stampa locale: «Voglio essere un sindaco che si fa guidare dall’amore verso la propria comunità, un amore rivolto a tutti, senza differenze né discriminazioni», perché «è l’amore per la comunità a muovere le decisioni dei sindaci».

Siamo al cortocircuito istituzionale. O meglio, ad un rigurgito dello spirito sessantottino, quello della “fantasia al potere”. Una prospettiva anarcoide in cui non servono più istituzioni come ministeri, prefetti, parlamento, ma solo capipopolo di comunità locali.

Il sogno di Brenda Barnini rischia di trasformarsi in incubo, infrangendo sugli scogli del Codice Penale. Eh sì, perché proprio il Sindaco di Empoli dovrebbe conoscere bene il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, previsto e punito dall’art. 650 del Codice Penale. Quello, tanto per intenderci, in cui è sancito che «chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro». Se un cittadino qualunque non ottemperasse ad un ordine del Prefetto, incorrerebbe proprio in quella sanzione penale.

 

Ora, appare alquanto singolare sostenere che quella disposizione valga per tutti in Italia, all’infuori del Sindaco di Empoli. Anzi, qualcuno potrebbe legittimamente sostenere che proprio il ruolo istituzionale ricoperto da Brenda Barnini, renda ancora più surreale ed eversivo – oltre che poco educativo – il suo rifiuto di ottemperare all’ordine del Prefetto ed alle norme al cui rispetto è stata ufficialmente e formalmente richiamata.

Ci permettiamo di ricordare a Brenda Barnini che l’art. 3 della Costituzione dispone che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni, tra l’altro, «di condizioni personali e sociali». Il fatto che lei rivesta la carica di Sindaco di Empoli non la pone al di sopra della legge e dell’ordinamento istituzionale. Anzi.

E’ per questo che i Giuristi per la Vita e l’Associazione Pro Vita Onlus hanno deciso di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze contro il Sindaco Brenda Barnini, per il reato di cui all’art. 650 del Codice Penale. Occorre che un giudice ripristini la legalità anche nell’enclave anarchica di Empoli.

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Gianfranco Amato

 

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