“Uccidi i Pro Vita”. Questa l’inquietante e vergognosa scritta, accompagnata dal simbolo del trans-femminismo, apparsa su un’affissione pubblica in via Labicana a Roma, a pochi passi dalla sede nazionale di Pro Vita & Famiglia a Viale Manzoni. Un gravissimo atto di esplicita indimidazione avvenuto durante la manifestazione femminista dell’8 marzo, mentre la nostra sede era accerchiata da camionette e agenti dei Carabinieri per scongiurare nuove aggressioni da parte di gruppi estremisti.
Sempre ieri, all’Università di Bergamo, un gruppo di attiviste trans-femministe ha occupato la sala dove avrebbe dovuto svolgersi un incontro organizzato dagli studenti con l’intervento di un nostro referente locale. Un altro segnale preoccupante del crescente clima di odio, censura e violenza fomentato da media e gruppi politici di sinistra, che legittimano e alimentano il fanatismo ideologico di questi movimenti.
“Adesso basta silenzi e complicità”, afferma Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita & Famiglia. “Quanto accaduto è l’ennesima dimostrazione di come chi difende la vita e la famiglia in Italia debba subire un'intimidazione costante, tra attacchi fisici, vandalismo e censura violenta. Chiediamo a tutte le forze politiche di condannare senza ambiguità questa escalation di odio e violenza e al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere chi si batte pacificamente per la dignità umana”, conclude Brandi.