09/09/2021

Vandalizzati manifesti di Pro Vita & Famiglia: «Con il Ddl Zan, rischio totalitarismo Gender nelle scuole»

COMUNICATO STAMPA

Emilia-Romagna, i manifesti di Pro Vita & Famiglia: «Con il Ddl Zan, rischio totalitarismo Gender nelle scuole»

Molti cartelloni sono stati devastati da vandali sia a Bologna, sia a Ravenna. L'Associazione: «Imporre ai bambini la transizione ad un altro sesso rispetto a quello della nascita, come pretende l'onorevole Zan, può comportare devastanti conseguenze al loro corpo e alla loro psiche durante la crescita»

9 settembre 2021

Cosa accadrà quando un uomo, che si "sente donna", chiederà di competere con le altre donne in una gara sportiva? E quando vorrà entrare in uno spogliatoio di donne in una palestra? E perché obbligare le scuole ad indottrinare i bambini pretendendo che assorbano fin dall'infanzia la teoria gender leggendo loro "favole" quali "Nei panni di Zaff. La favola della principessa col pisello"?

Dietro la facciata della lotta alla omo-transfobia, il disegno di legge Zan dissimula la volontà di favorire un percorso di ideologizzazione dell'intera società italiana proponendo sin ai bambini delle scuole elementari il modello LGBTQ+ come nuovo paradigma antropologico supremo. Non è un mistero che lo stesso onorevole Alessandro Zan, deputato del Pd relatore del disegno di legge, abbia esplicitamente dichiarato, durante un recente dialogo sui social network con il rapper Fedez, che «ci sono dei bambini e delle bambine che percepiscono il proprio genere che è diverso dal proprio sesso biologico. Bisogna aiutare questi bambini in un loro percorso di transizione perché si ritrovano con un genere che non corrisponde al loro sesso di nascita».

Ma è ragionevole pensare di determinare la mutazione sessuale dei bambini, in un'età delicatissima e fragile? E se, crescendo, si pentissero della scelta fatta - scelta alla quale l'onorevole Zan desidera spronarli con il favore di norme e di sentenze – quali saranno le conseguenze che dovranno affrontare sul piano fisico e psicologico? Per sensibilizzare i cittadini sui rischi di queste pericolose forzature ideologiche, che trovano espressione e conferma nelle parole del parlamentare, Pro Vita e Famiglia Onlus ha diffuso nelle città di Bologna, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini e Cesenatico i manifesti «No DDL Zan».

«L'ideologia Gender vorrebbe che i bambini fossero portati a dubitare della propria sessualità a scuola in precocissime età, e si paventa la possibilità di bloccarne la crescita con farmaci estremamente invasivi», dichiara Francesco Perboni, referente di Pro Vita e Famiglia Onlus a Bologna. «Le conquiste in ambito di pari opportunità per la donna dal campo sportivo a quello politico verrebbero a sgretolarsi: lo abbiamo visto accadere già in diversi paesi. Questa non è libertà di autodeterminazione: è autodistruzione sociale dell’identità umana».

«Dobbiamo ancora constatare», sottolinea Simone Ortolani, coordinatore regionale della Onlus, «che i manifesti sono stati vandalizzati a Bologna e a Ravenna in modo sistematico. Stupisce che questi "aulici fautori della democrazia e del liberalismo", questi "eroi del senso civico", possano agire totalmente indisturbati distruggendo cartelloni con messaggi politici che non corrispondono ai loro proclami: si sentono evidentemente del tutto indisturbati - o forse protetti? – nel devastare la comunicazione pubblicitaria altrui».

La campagna è sostenuta anche dall'Associazione culturale San Michele Arcangelo, dal Comitato "Difendiamo i nostri figli" di Bologna, dal Centro culturale G. K. Chesterton e dal Movimento per la Vita di Cesena.

 

Comunicato Stampa a cura del Circolo Territoriale di Pro Vita & Famiglia

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