Una vittoria del buon senso, della ragione e della morale:
la direzione di UCI Cinemas si è resa conto della situazione e di chi fossero coloro che avevano protestato contro lo spot di ProVita.
Si tratta di un trailer di 30 secondi (che potete vedere cliccando qui) tratto dal documentario “Breeders, donne di seconda categoria”, che descrive il dramma vissuto da una madre surrogata nel momento in cui le portano via il bambino che aveva appena partorito.
Un gruppo LGBT aveva denunciato lo spot, perché prodotto da ProVita, associazione che accusavano di omofobia.
Avvenire riporta le dichiarazione del portavoce di Uci Cinemas: «In seguito ad alcune segnalazioni ricevute nei giorni scorsi da alcuni clienti, Uci Cinemas ha sospeso per tre giorni la programmazione di uno spot contro l’utero in affitto nell’ambito del pre-show che precede la proiezione dei film. Effettuate le dovute e opportune verifiche, il Circuito ha deciso di riammetterla».
Il giornale spiega anche la soddisfazione del senatore Giovanardi, che durante la conferenza stampa di ieri aveva denunciato con indignazione il boicottaggio. Ora ringrazia UCI Cinemas «per la sensibilità dimostrata. La ripresa della programmazione salvaguarda la libertà di espressione, in riferimento per di più a una pratica che è penalmente perseguibile», in quanto l’art.12, comma 6, della l.40/2004 prevede l’utero in affitto come reato.
Anche ProVita onlus ringrazia l’UCI Cinemas per la pronta soluzione dello spiacevole incidente. Si tratta di una importante vittoria del buon senso e della civiltà. Una vittoria della ragione. Una vittoria del sentimento di cura e rispetto per le donne e per i bambini che a parole tutti dicono di nutrire, ma che con i fatti, invero, molti calpestano.
Vogliamo gridare ai quattro venti che la ragione e il buon senso incominciano veramente a prevalere. E le firme alla nostra petizione contro l’utero in affitto, perché la legge sia fatta valere, continuano a giungerci copiose.
Anche questa è di per sé una vittoria.
Toni Brandi
#STOPuteroinaffitto: firma e fai firmare qui la petizione
contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini